Regia di Michelangelo Antonioni, Federico Fellini, Alberto Lattuada, Carlo Lizzani, Francesco Maselli, Dino Risi, Cesare Zavattini vedi scheda film
Un esperimento di cinegiornale, oggi diremo docufilm, recitato secondo gli stilemi che in seguito sarebbero stati del cinema-verità, con una spruzzata di neorealismo.
Un esperimento di cinegiornale, oggi diremo docufilm, recitato secondo gli stilemi che in seguito sarebbero stati del cinema-verità, con una spruzzata di neorealismo. Il tutto supervisionato da Cesare Zavattini, con il coinvolgimento di registi che faranno la storia del cinema italiano. Fra l’altro film a episodi la cui tipologia, nata per motivi produttivi, si affermerà in maniera altalenante negli anni successivi. Forse al soggetto amore del titolo bisognava aggiungere l’aggettivo disperato, infatti a parte i divertenti episodi filmati da Risi e Blasetti, quest’ultimo un pò ripetitivo sul guardonismo italico, il resto fa luce su episodi di tristezza sociale conseguenti agli anni del dopoguerra, che non facevano presagire un rapido sviluppo economico, raggiungendo il massimo di drammaticità nell’episodio di Maselli, fatto di cronaca che suscitò molta emozione, scritto a quattro mani con Zavattini. L’episodio con più rigore stilistico è quello felliniano, con riprese che anticipano i capolavori successivi. Abbastanza incolori invece gli episodi firmati da Lizzani, sulla prostituzione non ancora regolamentata dalla Merlin, e Antonioni, sui tentativi di suicidio. Comunque un esperimento di cinematografia, poco conosciuto, che presupponeva un seguito che non fu mai realizzato.
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