Regia di Giuliano Montaldo vedi scheda film
Per essere la trasposizione cinematografica dell'eponimo romanzo di Flaiano, con cui il grandissimo scrittore vinse il premio Strega nel 1947, può lasciare un po' a desiderare. Ma è comunque un'opera solida e discretamente definita, con un cast piuttosto eterogeneo (Giannini-Cage-Tognazzi jr.: sembra un azzardo, ma la combinazione funziona) e la mano di Montaldo che garantisce sulla tenuta del lavoro. Silvestri-Cage non è nè un antieroe, nè tantomeno un eroe, ma soltanto un uomo, tormentato dai dubbi e dai sensi di colpa. In questo la forza dell'opera di Flaiano, in questo la dignità di quella di Montaldo. Sorprende infine che il romanzo più celebre di uno scrittore che ha dato tanto al cinema (ricevendo comunque altrettanto) venga portato sullo schermo con quasi mezzo secolo di ritardo.
Un tenente italiano in Abissinia uccide involontariamente una ragazza locale. Dopo aver fatto sparire il cadavere, al tormento dei sensi di colpa si somma il terrore di aver contratto la lebbra.
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