Alice e Charlotte sono appena uscite dall'Hampshire College e vivono con il magro stipendio che passa loro una casa editrice. Le due ragazze sono costrette a dividere con un'altra ragazza, Holly, un piccolo appartamento che si affaccia sulla ferrovia a Yorkville, Manhattan. Charlotte consola Alice che non ha avuto storie durante il periodo del college. Entrambi hanno il modo di rifarsi con due tipi interessanti che hanno incontrato a una festa in discoteca. Solo più tardi si imbattono nei due veri oggetti del desiderio di Alice, Jimmy e Tom.
Note
Ascesa e caduta della disco music, rappresentata da un locale di New York che, dal 1979 al 1983, calamitò l'attenzione di migliaia e migliaia di uomini e donne dello spettacolo (e non) e della cultura underground. Quel che nel film è chiamato "locale" altro non è che il mitico Studio 54, all'epoca meta preferita di top model, yuppies alle prime armi e gente come Andy Warhol e Truman Capote. Stillman dice di aver chiuso una trilogia - cominciata con "Metropolitan" ('90) e proseguita con "Barcelona" - incentrata sul disagio di quei giovani che si ritrovarono, agli inizi degli anni Ottanta, a convivere con il peso della fine della Contestazione Generale. Kate Beckinsale e Chloe Sevigny sono due attrici da seguire con attenzione. Colonna sonora ricca di pezzi ormai "cult" quali "Everybody Dance", "Le Freak", "More, More, More". E una verbosità non sempre giustificata.
E pensare che credevo che per fare un film ci volessero oltre agli attori (inesistenti) anche una cosa chiamata trama.... che qui manca del tutto! Sarà che la disco (che speriamo sia morta veramente) ha completamente fritto il cervello anche al regista..... leggi tutto
Un gruppo di giovani nella New York di fine anni ’70: lunghe serate in discoteca, delicati equilibri sentimentali, prime avvisaglie dell’aids. Il regista considera evidentemente superfluo sviluppare una vera e propria trama, ritenendosi appagato dalla descrizione ambientale; la quale rimane però sullo sfondo, senza evolversi in un’analisi documentaristica. D’altra… leggi tutto
In tre degli ultimi quattro film visti in sala, 120 battiti al minuto, loving Vincent, la battaglia dei sessi, una donna fantastica, compare la discoteca: i corpi sono i soli protagonisti ed ogni pensiero sembra…
Un gruppo di giovani nella New York di fine anni ’70: lunghe serate in discoteca, delicati equilibri sentimentali, prime avvisaglie dell’aids. Il regista considera evidentemente superfluo sviluppare una vera e propria trama, ritenendosi appagato dalla descrizione ambientale; la quale rimane però sullo sfondo, senza evolversi in un’analisi documentaristica. D’altra…
La trama è la grande assente, per capirla ho dovuto rivedere il film tre volte e alla fine parecchie cose le ho capite leggendo la storia su internet. Diciamo che il regista non si preoccupa molto del fatto che i ragazzi di vent'anni (come me) magari non hanno cognizione di cosa sia il movimento "disco sucks", o del fatto che all'inizio l'AIDS veniva scambiata per altre malattie (sarò ingenuo,…
L'aggettivo 'inutile' potrebbe perfettamente sostituirne il titolo, ma il film è anche idiota e a tratti demenziale. Non consiglierei questo film neppure alla persona piu' stupida e superficiale che conosco. Credo sia uno dei peggiori film che abbia mai visto.
E pensare che credevo che per fare un film ci volessero oltre agli attori (inesistenti) anche una cosa chiamata trama.... che qui manca del tutto! Sarà che la disco (che speriamo sia morta veramente) ha completamente fritto il cervello anche al regista.....
Il film è irritante come l’universo che rievoca. La Disco non è morta, basta frequentare un qualsiasi club o discoteca per riconoscere i personaggi (o riconoscersi in loro) superficiali e arrampicatori. Il dubbio è che se quest’efficace trasposizione documentarista è voluta o no dall’autore-regista; i toni malinconici usati fanno pensare al peggio.
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Commenti (1) vedi tutti
BELLO DA NON PERDERE. MAGARI IL REGISTA NON E' DEI MIGLIORI,I CONTENUTI DA RIVISITARE UN POCHINO MA GUARDABILE ED APPREZZABILISSIMO.
commento di spleenish