Regia di Hiroyuki Imaishi vedi scheda film
Promare è un aborto digitale, confuso, spoglio di una storia, di personaggi, di disegni, di fondali. Magari questo impiastro visivo vorrebbe essere qualcosa di artistico e di stile ma non ha contorni (in tutti i sensi) e crea solo un forte mal di testa ed un prurito fastidioso agli occhi. Un ammasso di colori buttati sullo schermo cercando di abbozzare qualcosa da parte di Hiroyuki Imaishi, colui che ha diretto una serie tv tra le più apprezzate (non da me) degli ultimi anni: Gurren Lagann. Insomma, un otaku di prim'ordine! Una decina di minuti e la domanda - cosa sto guardando? - sorge spontanea. Chi sono i personaggi? Dove sono ? A chi è indirizzato un film simile? È questa l'animazione giapponese? Hiroyuki Imaishi ha dimostrato di non conoscere il cinema in nessuno dei suoi punti. Gli mancano le basi. Ultima stroncatura a l'altrettanta osannata colonna sonora: fuori luogo, infilata ovunque per creare più confusione, non accompagna né crea atmosfera. Come ciliegina sulla torta, in mezzo a questo caos ipercinetico, il regista ci infila pezzi cantati mentre i personaggi parlano! Giorni fa la Dynit, uno dei distributori del film nel nostro paese, ha mostrato le sconsolanti foto delle sale vuote dei cinema che lo proiettavano; dovrebbero proporre con più attenzione le pellicole giuste per un vasto pubblico, invece di lanciarsi su prodotti otaku fino al midollo. Otaku cresciuti, per giunta, guardando film, serie tv anime e non, sul proprio pc, e il Cinema non sanno neanche cosa sia. Come Promare, del resto.
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