Regia di Edoardo Mulargia vedi scheda film
Fernando è stato a lungo lontano dal suo paese, in Messico, che nel frattempo è stato soggiogato da Porfirio e dai suoi sgherri. Quando decide di fare ritorno, quindi, Fernando ha chiaro in mente un solo proposito: fare piazza pulita.
Per essere datato 1967, Prega Dio… e scavati la fossa! risulta uno spaghetti western già piuttosto ruvido, paragonabile per la sua crudezza a pellicole di 4 o 5 anni più tardi, quando il filone andrà estinguendosi esacerbando a ogni costo la sua componente violenta. Scritto dal regista (sotto pseudonimo Edward G. Muller) e da Nino Massari, partendo da un soggetto di Corrado Patara, il film è un prodottino palesemente a basso costo e messo in mano a un mestierante di modesta esperienza e non eccelse qualità come Edoardo Mulargia; dietro al progetto c’è una produzione Demofilo Fidani e già questa basterebbe come garanzia di tanto cuore e poca qualità (fra l’altro di scenografie e costumi si occupa sua moglie Mila Vitelli Valenza). Se la storia poi non sembra particolarmente avvincente e il ritmo è sonnolento per buona metà del lavoro (ma esplode, in tutti i sensi vista l’abbondanza di cartucce utilizzate, nel finale), comunque il già sottolineato tasso di violenza a livelli più o meno record riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore. Nel cast i nomi sono quelli prevedibili: recuperati dalle terze linee del nostro cinema, ecco Robert Woods, Jeff Cameron, Simone Blondell alias Simonetta Vitelli cioè la figlia del produttore e della costumista, e ancora Lea Nanni, Giovanni Ivan Scratuglia, Paco Hermandariz e Cristina Penz. All’epoca Mulargia licenziava in tutta fretta almeno un paio di western “all’italiana” ogni anno: tutti di questa risma. 2,5/10.
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