Regia di Jean Rollin vedi scheda film
Film testamento di Jean Rollin, composto in parte da scene di repertorio, privo di trama e ricco invece di immagini suggestive. Memorabile la sequenza girata alla sezione anatomica del Museo la Specola di Firenze.
La scomparsa di Michel Jean, un introverso e solitario regista di film horror, mobilita la nipote Isabelle (Ovidie) che si mette sulle sue tracce. Partendo da un binario abbandonato, passando per un cimitero, la foresta bruciata e la villa in cui ha vissuto il regista, la ragazza, durante la ricerca, s'imbatte nei personaggi dei film girati dall'artista.
"Questa è la casa di quelli dalla pelle. Siamo all'inizio della notte degli orologi. Uno di questi è appena stato aperto. La giovane donna è uscita. Ora vaga tra la pelle: quelli che sono morti, ma non proprio morti. Le cui voci possono essere ascoltate attraverso le labbra chiuse." (Prefazione)
Film testamento di Jean Rollin (non però l'ultimo girato: Le masque de la Méduse sarà infatti realizzato due anni più tardi), regista che qui inserisce svariate scene dei suoi film più celebri, dando origine a una insolita antologia rappresentativa della sua filmografia gotica e crepuscolare. In particolare, Rollin richiama sul set Isolde (la vampira Dominique) presente in Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi, film dal quale preleva anche il mitico orologio che diventa leit motiv de La nuit des horloges. E addirittura inserisce un romantico brano musicale, opera del sodale Philippe D'Aram, già utilizzato in Fascination.
Un titolo particolarissimo dunque, precluso alla fruizione di un pubblico che non sia a conoscenza della filmografia del regista, che qui compone un insieme di sequenze suggestive, prive di senso logico ma legate -a filo diretto- con tutta la poetica decadente e malinconica che sta alla base della sua produzione. Al pari del nostro Fulci -che ha fatto qualcosa di simile quando a fine carriera realizza Un gatto nel cervello (1991)- Rollin diventa presenza costante nella narrazione, pur non essendo visibile come attore. È chiaro infatti che il regista Michel Jean del film è l'alter ego di Rollin, che qui si diverte a comporre un mosaico fatto di scene e momenti tratti dai suoi più famosi titoli.
Sceglie, nel ruolo di eroina destinata a varcare la porta del fantastico (rappresentata simbolicamente dall'orologio), nientemeno che una pornostar (Ovidie) attiva come attrice e regista, in seguito premiata per un documentario sul genere (Pornocracy: the new sex multinationals, 2017), poi passata alla direzione di film TV. Attrice convincente e perfetta per il ruolo, che richiede anche l'inevitabile scena di nudo, girata inaspettatamente al Museo la Specola di Firenze, nella sezione anatomica, ovvero con la protagonista priva di abiti e circondata da ricostruzioni in cera di esseri umani "aperti", visti all'interno, circondati da feti mostruosi e ricostruzioni di corpi con filamenti nervosi e organi interni a bella vista. Momento questo, che conferma la grande dote visionaria del regista. Una dote malinconica, che si manifesta anche e soprattutto con immagini suggestive e decadenti (la spiaggia di Dieppe, location prediletta dal regista). Isabelle, attraverso gli oggetti che incontra (la rosa di ferro, la strana pietra di Lost in New York, una clessidra incastonata tra ossa, libri e foto) riporta in vita le immagini che hanno reso mitici i film di Rollin. Sono tutte "immagini abbandonate, alla ricerca di una casa"; casa che in questo frangente diventa l'universo lirico, romantico e poetico dell'eccentrico cineasta francese. Ma poiché "sono i morti che sognano i vivi, e non viceversa", quella casa può anche avere l'aspetto di un cimitero: nello specifico, quello parigino di Peré-Lachaise. Perchè, come ben dice l'anziana guida di Isabelle prima dei titoli di coda: "Tutti i veri enigmi non possono essere risolti". E, in questo senso, La nuit des horloges è un rompicapo senza alcuna soluzione.
Curiosità
La scena girata all'interno della sezione anatomica del Museo la Specola ricorda, per impressionante somiglianza delle riproduzioni, le opere del "Dottor Morte", il medico tedesco Gunther von Hagens, che invece espone in mostre itineranti reali corpi umani di cadaveri opportunamente lavorati, con un processo chimico definito Plastinazione. Personaggio che ha ispirato un paio di film (Anatomy, 2000), e che presumibilmente ha influenzato anche Rollin quando ha concepito La nuit des horloges.
Scene di repertorio estratte dai seguenti film:
- Violenza ad una vergine nella terra dei morti viventi
- Fascination (anche soundtrack)
Fascination OST (Philippe D'Aram)
Jean Rollin su La nuit des horloges
"L’invisibile ragno della malinconia stende sempre la sua ragnatela grigia sui luoghi dove fummo felici e da dov’è fuggita la felicità." (Boleslaw Prus)
F.P. 21/08/2019 - Versione visionata: Dvd (lingua francese - durata 91'48")
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