Regia di Robert Mulligan vedi scheda film
Subito dopo l’arresto, Ferdinand Demara rievoca in flashback i propri trascorsi: esibendo falsi titoli di studio si è fatto strada nell’esercito, nell’amministrazione carceraria e nella sanità, diventando un eroe di guerra in Corea e senza rinunciare a percorrere una carriera parallela di dongiovanni. È una storia molto simile a quella che poi sarà raccontata da Spielberg in Prova a prendermi: entrambe ispirate a personaggi realmente esistiti, partono da premesse simili (un padre mezzo fallito e un figlio che non vuole rassegnarsi alla dura realtà) e trapassano via via dal comico al drammatico. Demara è un camaleonte per vocazione, per divertimento, più che per lucro (cosa ci si guadagna a essere un frate trappista?): perciò si fa sempre il tifo per lui, contro i rappresentanti dell’ordine costituito. L’inizio è brioso, poi la verve va un po’ spegnendosi e il gioco si fa ripetitivo. Tony Curtis sguazza con naturalezza nel ruolo del simpatico mascalzone; il prete Karl Malden, che lo conosce fin da bambino, segue sornione le sue imprese.
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