Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
Con Il giovane Toscanini Franco Zeffirelli decide di romanzare le traversie professionali ed umane occorse, al celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini, nell’età della sua giovinezza; agitata e (già) rivelatrice di capacità artistiche impareggiabili.
Dal celebre diverbio con i notabili de La Scala di Milano alla sua direzione d’orchestra dell’Aida a Rio De Janeiro. Dal socialismo borghese padano a quello umanitario delle favelas del Brasile: sempre all’insegna dell’irrequietezza e dell’idealismo più intenso ed altruista.
Zeffirelli amalgama con discreto equilibrio trame e sottotrame del film e propone un cinema di (storicizzato) impegno civile, ma anche di passione per l’opera e la musica lirica.
L’elogio di queste, infatti, retrocede a più riprese e, nondimeno, trionfa sempre, anche grazie al sostegno di uno stilismo e di una messinscena pomposi (ma forse un po’ampollosi), tipici degli sfarzosi sceneggiati d’oltreoceano di un tempo.
Scarso senso della misura, goffaggine tematica e non poca pretenziosità (limiti evidenti del film) non devono, dunque, dissuadere lo spettatore dal riservare almeno uno sguardo al film.
Io - da estimatore ingenuo della settima arte - non ho ceduto agli strali della critica.
E (tutto sommato) non me ne sono pentito.
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