Regia di Alfred Hitchcock vedi scheda film
Quando uscì venne presentato sui manifesti come "l'Hitchcock che non vi aspettavate", e ancora oggi, benchè figuri tra i classici del regista de "Il caso Paradine", è considerato una mezza anomalia nella carriera dell'autore inglese: "La congiura degli innocenti" è una commedia a sfondo giallo, che verte più su equivoci e raggiri, viaggiando piuttosto su un fraintendimento generale. Al centro di tutto c'è un cadavere, che viene trovato in una radura, di cui un maturo ex-marinaio si crede responsabile, per uno sparo tirato a casaccio, in una battuta di caccia; nella faccenda vengono coinvolti un pittore spiantato, una sposina con figlio a carico, e una nubile che comincia ad immalinconirsi. Tutti vogliono capire cosa sia successo, e contribuire a coprire il misfatto: il Caso, ovviamente, getterà tutti in confusione e risolverà autonomamente la vicenda, con lieto fine per tutti. Se si vuole, è una delle pellicole più apertamente sarcastiche di Hitch, perchè, nonostante i non pochi sorrisi che suscita, il tono lieve e il quadro "old tradition" con i colori di un autunno vivo, si mette in scena il pratico cinismo di un piccolo gruppo assemblato fortuitamente, il ripetuto vilipendio di un cadavere, i raggiri alla legge del posto, e una latente ottusità truccata da semplicità; ambientato in un microcosmo che pare estrapolato dal mondo dei "Looney Tunes", il film è diretto, scritto e recitato con una leggerezza mirabile, godibile dalla prima all'ultima sequenza, e Hitchcock non perde neanche qua il vizio di giocare con la suspence, soprattutto nel prefinale, in cui i sotterfugi dei quattro protagonisti rischiano di essere scoperti. Esordio per Shirley MacLaine, mentre John Forsythe tratteggia un "eroe" con lati oscuri e spigolosi, come quando finge di farsi piacere il figlioletto di lei. Una chicca che non può mancare a cinefili vari, e soprattutto agli appassionati del grande Alfred.
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