Regia di Roger Corman vedi scheda film
Affascinante e cervellotica rivisitazione del mito di Frankenstein; qui Corman gioca molto sulla parte filosofica della vicenda vista da noi contemporanei (che ci rispecchiamo nel personaggio interpretato da John Hurt), con una chiusura onirica e al tempo stesso aperta a più interpretazioni. I personaggi sono ben caratterizzati ed è ben chiaro il messaggio del regista/sceneggiatore: in tutte le epoche, l'uomo ha sempre cercato di superare i confini postigli da madre natura (che può assumere i contorni di una divintà avversa da contrastare), ma sfidarla non può che ricordarci un'unica cosa, e cioè che noi siamo solo viandanti di passaggio su questo mondo e prima o poi la stessa natura che ci ha creato ci presenterà il conto (affrettando i tempi a causa della nostra scriteriata intromissione nelle sue dinamiche). Nonostante make-up ed effetti speciali siano spudoratamente realizzati a basso costo, essi non sfigurano e le scene splatter hanno una buona resa. Per concludere, il film è ben girato (come dimostra l'ultimo scontro tra il nostro protagonista e la creatura), la sceneggiatura è buona e i dialoghi ben scritti, mentre le interpretazioni sono altalenanti: se, da un lato, John Hurt si dimostra il solito grande interprete dall'immenso carisma e Bridget Fonda interpreta in maniera deliziosa la sua parte, dall'altro Raul Julia e Nick Brimble non convincono appieno nelle proprie parti, per certi versi troppo stereotipate (nulla però che vada sotto alla sufficienza). In sintesi, un film sicuramente originale (ad alcuni potrebbe apparire un'enorme vaccata, ma ognuno ha i suoi gusti) con una storia particolare e ben raccontata, dunque una valida alternativa ai "soliti", barbosi ed ultrapubblicizzati film da Oscar o alle infinite boiate che ci vengono proposte quest'oggi al cinema.
Da vedere e lasciarsi stupire.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta