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Frankenstein oltre le frontiere del tempo

Regia di Roger Corman vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Frankenstein oltre le frontiere del tempo

di axe
5 stelle

2031. Lo scienziato statunitense Joe Buchanan sperimenta una tecnologia connessa allo sviluppo di una nuova arma. Involontariamente, apre un "vortice temporale", nel quale è risucchiato, finendo, insieme alla sua automobile dotata di intelligenza artificiale, nel 1817, in Svizzera. Qui conosce sia il dottor Victor Frankenstein, creatore dell'omonimo essere, sia Mary Shelley, la quale scriverà il romanzo "Frankenstein" dedicato ai due personaggi. Joe tenta di allacciare un rapporto con Mary, ma Victor lo coinvolge nei suoi dissidi con il mostro. Lo scienziato americano apre, dunque, un'altra "porta temporale", che varca insieme a Victor e le sue tristi creature. Liberamente ispirato al "Frankenstein Liberato" dell'autore di fantascienza britannico Brian W.Aldiss, e diretto da Roger Corman, prolifico regista statunitense, questo film tratta di personaggi, di fantasia o realmente esistiti, e tematiche, collegati al mito di Frankenstein. Già nei guai nel suo tempo per le sue pericolose sperimentazioni, Buchanan, giunto nel passato, trova un suo simile nel dottor Frankenstein, creatore del mostro cui dà il nome e pertanto responsabile dei dolori del personaggio, il primo dei quali è la solitudine. La creatura uccide con lo scopo di sfogarsi per la sua condizione e per spingere il "genitore artificiale" a prendersi cura di lui, eventualmente donandogli una compagna. Joe ambisce a coltivare l'amicizia e l'amore con l'affascinante Mary Shelley; ma Victor Frankenstein, anche in virtù di una certa affinità con il collega americano proveniente dal futuro non è disposto a lasciare che lo scienziato si crogioli in vicende sentimentali. Preso atto del male presente in tal frangente del XIX Secolo, Joe, avendo la capacità di manipolare il tempo, sceglie di trasportarne tutti i protagonisti in un'altra epoca; giunge in futuro imprecisato ove vede le conseguenze dell'uso della sua arma. In una landa ghiacciata, deserta, nella quale la passata presenza umana è testimoniata esclusivamente da installazioni elettroniche ancora funzionanti, il mostro di Frankenstein vede una potenziale "terra promessa", nella quale vivere per sempre insieme ad un esemplare suo simile, di sesso femminile, generato dal cadavere di Elizabeth, fidanzata di Victor. L'illusione dura poco; Elizabeth, avendo compreso ciò che è diventata, sceglie la morte. Successivamente, tocca al mostro essere ucciso dall'implacabile Joe. Roger Corman affronta con coerenza il tema dell'"abuso" del sapere, il quale, privo del supporto dell'etica, reca conseguenze pericolose, imprevedibili, non controllabili. La trama si evolve lasciando questo tema sempre più in secondo piano; l'epilogo racconta lo scontro finale tra un mostro di Frankenstein all'apparenza più umano di Joe, il quale trionfa ... e si prepara a regnare su una terra congelata, abitata solo da macchine. La fantasia del regista corre a briglia sciolta; l'intera vicenda è assolutamente inverosimile, anche per come è mostrato l'approccio dei personaggi ad oggetti, situazioni, altre persone che non appartengono alla loro epoca. Joe Buchanan si adatta con estrema facilità alla Svizzera del XIX Secolo, lingua compresa. Mary Shelley sale senza paura su una "carrozza senza cavalli" del XXI Secolo; la vettura pensante di Joe è senza dubbio un elemento interessante : il regista, ad inizio anni '90, immagina come sarebbe stata l'automobile di 40 anni dopo, senza sbagliare di molto. Non ho trovato il livello della recitazione elevato; il doppiaggio è scarso. Joe Buchanan è interpretato dall'attore britannico John Hurt; Bridget Fonda è Mary Shelley. Mi trovo in difficoltà nel valutare quest'opera. Il regista riprende i temi del mito di Frankenstein e li amplia, creando un parallelo tra le azioni di Victor Frankenstein e Joe Buchanan; ma ciò si accompagna ad una messa in scena poco convincente, accompagnata da effetti speciali estremamente "rudimentali" in rapporto all'epoca di uscita del film; divagazioni quasi ingenue, come l'attrazione di Joe per il "mondo romantico" di Mary Shelley; un epilogo violento e nichilista. Un film fantastico curioso ed interessante ... ma con alcuni limiti.

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