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Il conformista

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Il conformista

di supadany
8 stelle

Opera datata 1970, quando ottenere il successo era possibile anche ripudiando in gran parte i principi accomodanti, che si è guadagnata stima e consensi sia per la sopraffina componente estetica che per gli importanti contenuti, trattati con slanci aperti e libertini, insomma un cinema proprio di un’altra epoca in tutto e per tutto.

1938, Marcello Clerici (Jean Louis Trintignant) utilizza la scusa del matrimonio con Giulia (Stefania Sandrelli) per coprire una missione a Parigi per conto del regime fascista.

E’ infatti chiamato ad eliminare il professor Quadri (Enzo Tarascio), un esule dissidente, ma quando conosce sua moglie Anna (Dominique Sanda) ne rimane folgorato, così come lei si sente attratta da Giulia.

 

 

Opera dai contenuti fortemente ambigui e contraddistinta da una raffinatezza complessiva di grande efficacia in grado di valorizzare sia gli interni, che siano parti di semplici abitazioni o di strutture più ampie (gli androni del potere e il manicomio), che gli esterni (tutta la lunga scena dell’omicidio, le foglie che si smuovono nel giardino quando Marcello va a prendere sua madre) con virtuosismi nella regia e nell’utilizzo delle luci che colpiscono con continuità l’attenzione grazie alle forme espressive intraprese.

Ma la parte estetica non rimane affatto fine a se stessa, ma va di pari passo con i significati della storia e dei suoi protagonisti, su tutti il personaggio cardine di Marcello, uomo debole e mediocre, fascista per opportunità, con un equilibrio precario (e non solo per i geni eriditari) come si sottolinea ulteriormente nel corso della parte conclusiva traslata al momento dell’annuncio della caduta del fascismo.

Ed altri ancora sono i tratti fortemente segnanti, come le pulsioni omosessuali (a partire dal flashback all’infanzia del protagonista), così che Marcello non può che vedere di cattivo occhio il ballo scatenante tra Giulia ed Anna (e Stefania Sandrelli e Dominique Sanda sanno perfettamente trasmettere sensualità ed istinto), Parigi, con la Tour Effeil a far da sfondo per ben due volte, che per usi e costumi pare essere (ormai) divenuta città di un altro mondo.

E tante sono le scene riprese in maniera superlativa, partendo dal viaggio di nozze in treno, con il paesaggio che scorre luminoso all’esterno, e l’assassinio con un montaggio ricco di movimenti, ma mai superflui.

Tutto ciò fa di quest’opera di Bernardo Bertolucci un film complesso, attraversato da molti significati, una denuncia verso chi risulta piattamente accomodante ed allo stesso tempo propositore di aperture mentali che in molti fanno fatica ad accettare ancora oggi.

Importante.   

 

Bernardo Bertolucci

Regia visivamente ricercata ed in più a livello di contenuto riesce a porre in risalto diversi aspetti, in molti casi suoi cavalli di battaglia consolidati poi nel tempo.

Jean-Louis Trintignant

Ruolo complesso, personaggio poco piacevole (per così dire), che riesce a rendere in maniera molto convincente.

Decisamente bravo.

Stefania Sandrelli

Sensuale, sbarazzina ed anche un pò "oca".

Brava.

Dominique Sanda

Bellezza mozzafiato che fa il paio (e completa) con la Sandrelli.

Certo lei qui ha altre, e forse più, qualità, tra cui il trasporto di un'esperienza diversa e la paura per quello che potrebbe accadere (riferite entrambe al suo personaggio).

Pierre Clementi

Discreto.

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