Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
Film fra i più celebrati di Bertolucci, deve tutto ad una regia straordinaria nel gestire i tempi della convulsa sceneggiatura a flashback, garantendo un ritmo brillante per tutta la durata, nonchè una tensione quasi angosciosa per quanto stemperata da una sordida ironia. Si è parlato tanto di un Bertolucci "hollywoodiano", ma a mio parere "Il conformista" appartiene ancora al Bertolucci "francese" del primo decennio di carriera, in particolare quello criptico e inquietante del coevo "Strategia del ragno". Restano irrisolti alcuni nodi del copione, specie quelli che fanno riferimento alla componente sessuale/patologica (il rapido disegno dei personaggi secondari, familiari, amici, camerati), nonchè all'evoluzione psicologica e comportamentale del quadrilatero (Clerici, Quadri e rispettive mogli: a proposito, duello di recitazione stravinto dalla coppia JLT/Sandrelli); e non si può soprassedere su una certa programmaticità metaforica nel "messaggio", servendosi del Mito della Caverna e della cecità come facili allegorie di una società inconsapevolmente sottomessa ad un Potere in grado di livellare ogni diversità. Resta tuttavia un'opera suggestiva, ricca di scene capaci di rimanere nella memoria: una per tutte, la resa dei conti finale, ammirevole sequenza di violenza "sorda", 30 anni prima di Audiard.
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