Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film
VOTO 10/10 Eccezionale la tenuta registica di questo film, tratto da uno dei romanzi meno noti di Moravia, quasi sicuramente l'opera più riuscita di Bertolucci. Una riflessione inquietante e penetrante sul male compiuto da una certa borghesia italiana durante il fascismo, nonchè sulle ambiguità dell'animo umano. Un film la cui maestria deriva da una perfetta padronanza dello stile, soprattutto a livello figurativo grazie alla magnifica fotografia di Vittorio Storaro che ricorre a illuminazioni ardite, filtri colorati e citazioni della grande pittura, con omaggi evidenti alla cosiddetta Art-Deco. Anche le scenografie di sapore espressionista sono determinanti, soprattutto nella parte romana dove contribuiscono a creare un'ambiente da incubo, mentre la parte parigina è più lieve e giocosa, sfociando però nella terribile sequenza dell'assassinio del professor Quadri e della moglie nella foresta (sequenza di fortissima intensità, quasi allucinatoria nella sua drammaticità). Il gioco di flashback all'inizio può creare qualche problema allo spettatore in termini di comprensione della vicenda, ma, se si accetta la difficoltà di questo tipo di costruzione, dopo un pò tutti i conti tornano. Perfetto il cast con un Trintignant nevrotico da manuale, una Sanda efficacemente ambigua e una Sandrelli che rende bene l'inconsistenza e la petulanza del proprio personaggio. Ottima la colonna sonora di Georges Delerue. Si tratta di un'opera chiaramente stilizzata e romanzesca che si inserisce in un filone decadentista che ha molti punti di contatto con certe opere di Luchino Visconti, e che non si può certo accusare di essere uno spettacolo superficialmente "rétro". Il finale ha suscitato delle perplessità in alcuni critici, ma secondo me non stona affatto (se si eccettua quel superfluo corteo con le bandiere rosse che canta Fratelli d'Italia). Un grande film d'autore e insieme un film "commerciale" aperto a un pubblico molto vasto (e difatti fu un notevole successo internazionale).
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