Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
L'inquietudine si confonde e trova sfogo nella perdizione, nel vizio, lasciando da parte la lotta per degli ideali ormai travolti. La crisi esistenziale di Zurlini annega nel riflusso di una società simbolicamente 'fuori stagione' (l'inverno a Rimini...) incapace di reagire al male dentro, all'innata capacità dell'uomo di sfruttare i propri simili egoisticamente, crudelmente. Anticipando l'angoscia che diventerà ancora più mainstream alla fine del decennio La Prima Notte di Quiete indicò un punto di non ritorno del 900 occidentale, drogato dall'individualismo del benessere fino alle estreme conseguenze oltre l'alienazione, oltre la solitudine verso il nichilismo consolatorio e lacerante dell'autodistruzione. Non c'è uscita come non c'è comunicazione... Nel 1972 il botteghino premiò 'Thanatos' con Ultimo Tango a Parigi e questo film, certamente sia per voglie scandalistiche piccoloborghesi ma anche perché l'altra faccia della rivoluzione sessuale, nel subconscio iniziava ad attaccare le fondamenta della morale comune. La crisi esistenziale dei 60 virò sempre di più in direzione di un pessimismo nichilista e del 'non me ne frega niente' dei 70 anticipando l'uragano Punk nel mainstream. Quella che era una crisi a tutto campo tesa ad includere da ora in poi si chiuderà in se stessa escludendo gli altri... Il miglior Delon di sempre e una Sonia Petrova indimenticabile guidano il perfetto cast scandito dalle dolenti note della magistrale colonna sonora in un crescendo inarrestabile di dolore dell'anima. Paradossalmente da recuperare! VOTO 7/8 ANTICIPATORE
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