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La prima notte di quiete

Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film

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La recensione su La prima notte di quiete

di Kurtisonic
8 stelle

Sequenza di apertura:dal mare approda una barca con due stranieri che si guardano intorno e chiedono a un passante sul molo dove si trovano. Potrebbero essere ovunque lungo la piatta costa adriatica, Rimini è la risposta. L'uomo a cui si rivolgono sembra arrivare direttamente dai Senza nome di Melville, Alain Delon nei panni di un ombroso e disilluso insegnante di liceo, tale Daniele Dominici,  si innamora di una bella studentessa, Vanina Abati definita come ragazza dal molto passato, poco presente e niente futuro. Il regista V.Zurlini, abbastanza sottovalutato, firma un lavoro accurato e intenso, descrive la parabola e il tentativo di costruzione di un amore di un antieroe moderno, Daniele, animato da una sincera passione letteraria che coltiva lui stesso e che trasporta sull'accidentato rapporto con Vanina. Il contesto ambientale sprigiona un'affascinante malinconia, il mare d'inverno a Rimini colpisce al cuore, mostra dopo Fellini quello che la massa non vede, cioè il retroterra culturale, la disarmante apatia dei nuovi vitelloni di provincia, incattiviti dal benessere e dalla noia. Diversi personaggi gravitano intorno a Daniele circondandolo con un alone di deriva morale e di perdita totale dell'innocenza che contribuiscono a rafforzare l'ideale pessimistico del protagonista. Zurlini compie un'operazione non facile, trasporta contenuti dall'alto valore culturale nella quotidianità, traduce il senso morale del gesto artistico nella vita di tutti i giorni, abbandona l'intellettualismo di maniera che si rivolge a pochi, per allargare lo sguardo sulla nuova società allo sbando, senza riferimenti e ne mostra in anticipo sui tempi le conseguenze. Daniele è destinato alla solitudine, esteriore e interiore, rappresenta forse la romantica testimonianza vivente di chi si sacrifica per qualcosa, una passione, un sentimento, un'idea, anche se conosce già il suo amaro epilogo, fatto di disillusioni e di potenti rimorsi da scacciare. Un'ottima Lea Massari interpreta Monica, l'antica amante di Daniele, confinata dentro una stanza, in attesa che il loro amore finito ritrovi nuova linfa supportato però solo dalla paura della solitudine. I pochi esterni rivelano un gusto compositivo notevole, mentre le scene in interno sono oscure, opprimono lo sguardo e contribuiscono a soppesare lo scenario morale in cui la vicenda si svolge. Film che si attacca a flebili speranze, Vanina forse si salverà, ma quel mare increspato dell'inverno riminese visto quarantanni dopo è sempre più nero.    

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