Regia di Valerio Zurlini vedi scheda film
Zurlini racconta la storia di un amore che contraddice ogni cosa intorno a sé: l’egoismo, i vincoli sociali, la logica e finanche se stesso, cercando pervicacemente di negare, fino all’ultimo, la propria esistenza. Ed è proprio in questo suo “andare contro” che si manifesta la sua natura libera, il suo non essere prodotto di alcunché se non di uno spontaneo slancio dell’istinto. In quanto tale, però, è inquieto, perché privo del conforto che può provenire dall’altrui approvazione o dalla classificazione entro una categoria universalmente riconosciuta. Il dramma, in questo film, è scatenato dall’assurda volontà che spinge un amore impossibile a diventare possibile: una inaudita sfida alla realtà, che risponderà all’affronto con la micidiale arma del destino.
Zurlini coglie, con mano leggera e precisa, quella spuma di emozione che affiora dal tumultuoso fondo del non detto. “La prima notte di quiete” è un film intenso, proprio perché la sua anima tormentata è lasciata intatta, senza le fratture prodotte dai sentimenti urlati e dai discorsi razionalizzanti.
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