Regia di Sergej Paradzanov vedi scheda film
Più che canti popolari ucraini, a me sembravano pezzi di propaganda scritti ad hoc, con scopi patriottico-comunisti: si va dall'inno al partito comunista ad elegie dell'ucraina, contro l'emigrazione e per favorire l'amicizia con la russia. E' roba certamente scritta dopo la rivoluzione. Benchè sappiano di retorica e di studiato a tavolino, i canti sono eseguiti bene e anche il regista ha lavorato come si deve, ma pensare alla realtà che è decantata viene il latte alle ginocchia. Dopo le purghe staliniane e dopo i milioni di morti nei gulag, dopo l'eliminazione delle libertà di pensiero e religosa, fa sorridere vedere all'inizio come viene inneggiato al contadino ucraino che spezza le catene dello zar e dei preti, guardando verso un futuro di prosperità e felicità. Fa pure tenerezza vedere le belle ragazze del coro che cantano al partito comunista davanti alla statua di Lenin e i bambini del finale che liberano le colombe in segno di libertà. La loro patria era invece avvolta più che mai nelle catene che si era forgiata con le sue mani. Da vedere come testimonianza di un'epoca di illusioni.
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