Sayat Nova, vissuto nel XVII secolo durante il Rinascimento armeno, trascorre gran parte della sua esistenza a Tiflis, antico nome dell'odierna Tbilisi come trovatore di corte. Il poeta si innamora della regina della Georgia. È consapevole dei rischi che corre e si convince a intraprendere la via della reclusione spirituale in un convento. Ma il film non ha una trama vera e propria: procede per allusioni, simboli e assonanze visive, attingendo spesso al folclore e alla storia armena. Fortemente suggestivo, con immagini indimenticabili, il film ebbe gravi problemi con la censura sovietica (Paradzanov, peraltro, fu anche lungamente incarcerato sotto l'accusa di omosessualità e di traffico di icone).
Affascinante film del regista Sergej Paradzanov su un trovatore armeno del Settecento chiamato Sayat Nova di cui ci vengono mostrati alcuni frammenti biografici in maniera non convenzionale, ma attraverso dei tableaux vivants dal sapore astratto e surrealista. È un film difficile da giudicare. Si può comprendere sia la reazione di chi lo considera un capolavoro e un film a suo modo… leggi tutto
Il film racconta, a modo suo, la vita del trovatore (di corte) armeno del Settecento Sayat-Nova, dall’infanzia alla morte (avvenuta in un convento dove si rifugia dopo essersi innamorato della regina della Georgia), attraverso sequenze scandite da siparietti didascalici (con citazioni del poeta) simili a quelli usati nel cinema muto,
Ma non si tratta di una biografia…
Il titolo (forse un po' troppo altisonante) di questa playlist ne racchiude il suo scopo: catalogare alcune opere meritevoli (sia classiche che moderne) le quali, per un motivo o per un altro, rischiano di rimanere…
Si respira aria di casa in questo numero. Non solo per Fellini e i suoi nostalgici e affettuosi amarcord personali, ma anche per le dichiarazioni d'amore e riconoscenza nei confronti del nostro cinema esplicitate da…
Affascinante film del regista Sergej Paradzanov su un trovatore armeno del Settecento chiamato Sayat Nova di cui ci vengono mostrati alcuni frammenti biografici in maniera non convenzionale, ma attraverso dei tableaux vivants dal sapore astratto e surrealista. È un film difficile da giudicare. Si può comprendere sia la reazione di chi lo considera un capolavoro e un film a suo modo…
"Mi piacerebbe tanto rivederlo, ma non esiste più in commercio..."
"Ce l'avevo registrato, ma sarebbe bello se lo pubblicassero finalmente in dvd..."
"L'ho visto una volta in televisione quando ero piccolo e…
Se i funzionari della critica cinematografica sovietica bollavano di calligrafismo ed estetismo i film di Tarkovskij, ci possiamo immaginare come nei giudizi sul cinema di Paradzanov abbondassero termini quali «ermetismo ed estetismo decadente». In effetti, è evidente la vicinanza tra il cinema tarkovskiano e quello di Paradzanov, quanto meno nel periodo in cui…
Attenzione: questa non è una taglist sui film tratti dai libri, sia ben chiaro (quella è una taglist che si chiama praticamente "Storia del cinema"...). Questa è invece una taglist dove i libri - un libro, una…
Strano film che ha la sua originalità nella non-narrazione. Non so se questo lo possa rendere un capolavoro o un'opera scadente però, è emozionante la visione di un film che non racconta ma mostra. Non è cinema ma sono una serie di quadri a susseguirsi con passaggi metaforici e surreali che rendono l'atmosfera magica e anche abbastanza inquietante. Un film che alla fine è anche molto triste…
" Come possiamo percorrere la galleria in un senso o nell' altro senza compromettere la comprensione delle opere esposte, così nel guardare il film possiamo partire dalla fine o da qualsiasi punto senza perdere nulla…
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Commenti (4) vedi tutti
Straordinario.E' cinema, ma è come se fosse anche qualcos'altro ...
commento di kahlzerSapido maquillage cinematografico delle terre armene, fra tradizioni popolari e misticismo. Ad alcuni potrebbe pesare la mancanza di una trama.
commento di Stefano Lcapolavori come questo dovrebbero essere considerati patrimonio dell'umanità.
commento di gilbertomerighiGrazie al genio di Paradjanov il colore si ricorda di poter accogliere, nei propri gesti, sinfonie più grandi dello stesso spazio in cui si trova.
commento di Crawford