Regia di Brian Childs vedi scheda film
Inqualificabile debutto in regia, per un (non) film adolescenziale girato senza alcuno stimolo e scritto con la mano sinistra. Via di mezzo tra horror e thriller riesce nell'impossibile impresa di annoiare dall'inizio sino alla fine. Senza soluzione di continuità.
Buna (Texas). In una fattoria due ragazze giocando con una ouija evocano involontariamente uno spirito (di vivente!) violento, finendo brutalmente massacrate dall'entità. Due anni dopo, Blake (Rachael Hevrin), una studentessa, decide di passare un paio di settimane, lontano dalla famiglia, scegliendo di stare da sola in una casa isolata. Per l'occasione capita nella baita testimone del macabro avvenimento, riaperta recentemente.
Segnatevi da qualche parte il nome di Brian Childs, sceneggiatore e regista di questa indifendibile porcata girata alla meno peggio e priva di ogni minima logica. Segnatevelo, non sia mai che questa roba arrivi anche in Italia, magari con un accattivante titolo, tradotto ad hoc per l'home video. Siamo di fronte, come sempre più spesso accade nelle recenti produzioni americane, ad un esordio allucinato. Un horror preadolescenziale con interpreti ragazzini in vena di comportamenti da adulti (privi di razionalità, come al solito). Childs gira un incipit che non c'entra un fico secco con il resto: due bambine, armeggiando con una tavoletta ouija (il tormentone del momento, che purtroppo dura da anni), evocano l'entità (vivente) di tale Raymond per essere poi uccise all'istante. Stacco temporale di due anni con successiva entrata in scena della spocchiosa e antipatica protagonista: giusto giusto maggiorenne e in fuga dalla famiglia non si sa bene perchè. A questo punto, al 15° minuto lo spettatore può svolgere un'attività più redditizia, abbandonando il film per riprenderne la visione al 50°: non avrebbe perso nulla, riuscendo comunque a seguire una trama degna di un dilettante allo sbaraglio.
A seguire, quindi, subentrano due amiche di Blake mandate, su suggerimento, da un tizio a derubare la fanciulla che nel frattempo sembra essere scrutata da una entità fantasma (forse una signora vestita di nero incazzata per un furto, subita da morta, della collana -con gioiello- di famiglia). Non ha alcun senso proseguire e spendere altro tempo per descrivere un film noiosissimo, annegato sotto torrenziali temporali che sono l'unica cosa interessante del girato. Un cliché dietro l'altro, per un teen-horror che è rimasto fermo ad una tecnica (e una mezza idea) di trent'anni fa. Situazioni paradossali (la sorella minorenne di Blake affronta un lungo viaggio in macchina, guidando da sola!) fanno da contorno a personaggi tratteggiati in maniera superficiale, con i quali non solo diventa impossibile empatizzare, ma diventa improbabile persino provare un minimo di interesse. Come ciliegina sulla torta poi il finale, proprio come l'inizio, sta alla storia come i cavoli a merenda. Sull'imdb, dove notoriamente le valutazioni sono sovrastimate, Hell of a night vanta 200 voti, con una media (davvero eccessiva) di 3.3 su 10. Evidentemente il pubblico, quando preso per i fondelli, ragiona più lucidamente e attribuisce il meritato valore al film.
"Ogni uomo è in potere dei suoi fantasmi fino al rintoccare dell’ora in cui la sua umanità si desta." (William Blake)
F.P. 21/08/2019 - Versione visionata: streaming (lingua inglese - durata 84'18")
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