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Berluscoma

Regia di Marco Travaglio vedi scheda film

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La recensione su Berluscoma

di mm40
2 stelle

Il 2010 della politica italiana raccontato da Marco Travaglio.

Un anno di cronache sopra le righe e confuse di fatti purtroppo realmente accaduti: è quanto contiene questo lungometraggio che consiste per lo più in lunghi pianosequenza di Marco Travaglio intento nel suo studio a dare la sua versione – come nel suo stile, arrogante e grottesca – dei fatti politici nazionali del 2010, a uso e consumo dei lettori del giornale da lui co-fondato, cioè Il fatto quotidiano. Sostanzialmente si tratta di una rapida e poco fantasiosa manovra di recupero di materiale già pubblicato nella rubrica settimanale che il giornalista diffonde sul web, che con un lavoro sciatto di montaggio ripesca gli ‘highlights’ di tali appuntamenti andando a costituire una sorta di ‘best of’ (di) Marco Travaglio 2010. C’è il Berlusconi evocato, con uno dei suoi soliti giochetti puerili di parole, nel titolo, bersaglio favorito del Nostro, ma ci sono un po’ tutti i politici italiani e ne escono malissimo quasi tutti nella caccia alle streghe pomposa e quasi sempre priva di fondamento concreto, basata su illazioni e sentito dire, che il Nostro promuove. Non è giornalismo, naturalmente, e neppure lontanamente satira, in quanto la fantasiosa narrazione di Berluscoma è palesemente schierata (ancora ferma a Di Pietro, ma già volonterosamente prona nei confronti della discesa in campo grillina); questo lavoro contiene però un bel po’ di battute irriverenti e di simpatici motti con cui etichettare gli esponenti del mondo politico nazionale, nonché una nostalgica carrellata di porcate istituzionali accadute in quel 2010, anno in fin dei conti abbastanza anonimo da questo punto di vista. La visione del documento, a quasi un decennio di distanza, rivela in maniera piuttosto netta ciò che era sotto il nostro naso, ma di cui mai ci eravamo veramente resi conto: Travaglio è stato il primo e miglior grimaldello berlusconiano, con i suoi continui attacchi rancorosi e spesso semplicemente a priori nei confronti dell’ex Cavaliere, tramutato dalla roboante e complottista retorica di Travaglio troppo spesso in vittima, quando invece effettivo carnefice di un intero Paese. Un film (insomma, film, vabè) da (ri)scoprire per capire meglio le radici del Male, e il loro successivo evolversi populista, che ha messo in ginocchio l’Italia. 2/10.

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