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La madre dello sposo

Regia di Mitchell Leisen vedi scheda film

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La recensione su La madre dello sposo

di Baliverna
8 stelle

Questo film è una commedia, ma non solo una commedia, e comunque è diverso da altri film di Mitchell Leisen. I momenti spassosi e ironici non mancano, ma questa volta c'è una certa dose di cattiveria, superiore alla media delle commedie, e non manca anche qualche momento drammatico e amaro tra la coppia di protagonisti. Il tema centrale è forse quello delle profonde differenze sociali tra la madre di lui (una bravissima Thelma Ritter, che finisce per mangiarsi il film) e i parenti di lei: differenze di censo, ma soprattutto di mentalità e modo di vivere. Il regista, tuttavia, non fa un discorso manicheistico e ideologico (il '68 era ancora lontano...), perché non tutti i ricchi sono spocchiosi e antipatici; anzi non mancano tra loro le brave persone, a cominciare dal personaggio di Gene Tierney. Il fondo del negativo lo tocca proprio la madre di lei, superba, pretenziosa e invadente. Corrosiva è tra l'altro l'annotazione delle sue simpatie filonaziste e di quei sonniferi datigli da Göring in persona. Un'altra differenza tra poveri e ricchi e che i primi sanno cavarsela con i problemi della vita concreta e della casa, mentre i secondi no. In questo senso, e in quello della simpatia, il primato spetta alla Ritter, povera, ma ottima donna di casa (femministe, non voletemene) e soprattutto dotata di buon senso. Parlando dei momenti drammatici, mi riferivo in particolare a quando lui obbliga lei a chiedere scusa all'odiosa signora della festa. Secondo me gliela fa proprio grossa e la umilia gravemente. Qui forse la sceneggiatura avrebbe dovuto far vedere il pentimento e le scuse soprattutto da parte di lui (che qui aveva torto marcio), e non da parte di lei. Il lieto fine, comunque, rimane più che giusto.

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