Regia di Dario Argento vedi scheda film
Nella Parigi di fine Ottocento, un neonato viene abbandonato in una cesta nelle acque della Senna, e salvato in extremis da un gruppo di topi di fogna. Finirà per trasformarsi in un essere misterioso, considerato dalle superstizioni popolari in un fantasma, destinato ad abitare nei bassifondi del Teatro dell'Opera della capitale.
Ascoltando cantare una giovane cantante lirica chiamata a sostituire il soprano famoso con gola infiammata, si innamora della bella giovane, tentando di far sovrastare il lato umano e positivo che ancora alberga nel suo status di figura dannata e reietta.
Con la sceneggiatura scritta da Dario Argento assieme al fidato sceneggiatore di Polanski Gerard Brach, Il Fantasma dell'Opera è un tentativo, in sé piuttosto ambizioso da parte del maestro dell'horror italiano, di raccontare una vera e propria storia d'amore conteso, che non rinuncia alle atmosfere fosche e cupe, liberamente tratte dall'omonimo romanzo di Gaston Leroux, e portato svariate volte sullo schermo, spesso per opera di grandi registi.
Di fatto il risultato si rivela presto sconfortante: la scelta di far figurare le Grotte di Pertosa-Auletta come un degno sotterraneo lugubre del celebre teatro, appare audace e sin assurdo: le scene ambientate all'interno dei cunicoli sono spesso coreografate con un utilizzo di effetti speciali poveri e davvero poco efficaci se non imbarazzanti o ridicoli: la scena della macchina tritura-ratti guidata dal nano e dal suo compare lercio, sembrano rubate malamente dal cinema di Jeunet et Caro.
La storia della cantante divisa tra l'amore di un baldo giovane (Andrea Di Stefano) che le fa la corte e il fantasma (un Julian Sands imparruccato ed imbarazzato quanto basta), assume connotati risibili e zeppi di comicità involontaria. Certo Asia Argento non è mai apparsa forse altrove così bella, e si impegna pure a mimare con credibilità i labiali necessari ad impersonare una cantante lirica.
Ma il film risulta davvero un pasticcio mortificante, pari all'imbarazzante Il cartaio, e davvero poco sopra quel fallimento più totale che risultò il più recente La Terza Madre.
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