Regia di Dario Argento vedi scheda film
Opera minore nella filmografia dell'autore che, con il passare degli anni, appare più affascinante... Sicuramente da rivalutare!
Il celebre romanzo di Gaston Leroux ha conosciuto molteplici trasposizioni cinematografiche e solo la prima, interpretata da Lon Chaney nell'ormai lontano 1925, ebbe l'onore di essere stata vista dallo scrittore. In seguito le varie riletture del testo hanno spaziato in versioni più o meno fedeli (una delle più originali è il musical Il fantasma del palcoscenico, diretto proprio dall'antagonista di Argento, Brian De Palma).
Per restare sullo specifico, questa fatica di Argento a lungo è stata considerata come lavoro minore o, comunque, poco riuscito; va invece detto che, con il passare degli anni (quasi 20!) Il film non perde di fascino e, anzi, acquista sul piano estetico.
Certo, discutibile è la decisione del regista di attribuire un bel viso al fantasma, e pure certe trovate, tipo la macchina utilizzata dai perversi "derattizzatori" scadono nel ridicolo involontario. Né aiuta l'uso della computer grafica (quella sì oggi molto datata) utilizzata principalmente nelle scene di sfondo; e pure Asia Argento è poco in ruolo, evidenziando notevoli carenze recitative (tremende le scene in cui canta, evidentemente doppiata e con labiale fuori sincrono).
Eppure qua e là la mano del maestro fa la sua entrata in scena e lascia il segno: come nell'inseguimento all'interno delle grotte ai danni di una coppia di ladri -valorizzato dalla bella soundtrack di Morricone- o nell'efficace riproposizione (fedele al testo originale) dell'enorme lampadario che cala rovinosamente sul pubblico.
Ai notevoli costumi e alle belle location (alcune carpite a Budapest, come ad esempio gli interni del Teatro) va aggiunta la poetica tipica dell'autore di citare lavori precedenti e, in tal caso, di riproporre tematiche che richiamano inevitabilmente alla memoria Opera, e non solo per le ambientazioni delle due vicende: qui infatti Sands assume un po' il ruolo che già fu di Barberini e infatti, agendo nell'ombra, vigila sulla novella cantante lirica assicurandole il debutto...
Certo, non siamo ai livelli dei precedenti lavori di Argento, ma rivisto oggi Il fantasma dell'Opera fa un altro effetto: ed è decisamente migliore di quello che fece all'epoca di uscita nelle sale.
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