Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Come in Blow Out tutto ruota attorno all'omicidio di un politico che nasconde più di quel che sembra, là insabbiato come incidente, qui invece come attentato terroristico di matrice islamica. La vicenda si svolge in una sola notte, incastonata fra due tg dedicati all'andamento di una tempesta tropicale, e già il primo lunghissimo piano sequenza catapulta nei bagordi dell'Atlantic City dei casinò e degli incontri di box truccati, a seguire le prodi gesta di un poliziotto che pare più un piccolo boss di quartiere. Da lì è tutto un crescendo di rivelazioni, pezzi che si incastrano fra loro, amicizie tradite capaci di risvegliare coscienze lungamente sopite (come ne Il lungo addio), punti di vista che si sovrappongono e contraddicono (come in Omicidio a luci rosse il senso predominante è la vista) e posta in palio che si alza fino a sfiorare le fondamenta della politica americana (è meglio dire la verità per svelare le magagne del sistema o mentire per non farlo crollare e tentare, forse inutilmente, di cambiarlo dall'interno?), evitando la stucchevolezza di un finale in un cui vincono i buoni e tanti saluti (Santoro finirà comunque sotto processo per la sua condotta infame). Forse il thriller più genuinamente divertente di De Palma, dotato di una sceneggiatura solida (certo non innovativa) messa in scena con una dinamica perfetta: sostanzialmente non ci sono tempi morti, ma l'acceleratore non viene mai premuto fino in fondo, per consentire alla vicenda di respirare. Ottime le scelte di casting (in particolare la contrapposizione del guascone Cage col glaciale Gary Sinise) e la colonna sonora di Sakamoto.
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