Regia di Andy Tennant vedi scheda film
Apprezzabile remake alternativo della fiaba di Cenerentola che punta in maniera velata sull'emancipazione femminile e sul diritto di parola delle donne.
Chi si aspetta una signor favola densa di magia e fantasia rimarrà deluso. In questo caso non vedremo la Fatina Smemorina.
A dispensare consigli a Danielle, anziché a Cenerella, ci sarà nientepopodimeno che Leonardo Da Vinci.
La messa in scena è gradevole e a tratti esilarante, poiché la trama mescola con classe comicità e romanticismo su uno sfondo vagamente drammatico, ma il ritmo è buono, le scenografie adeguate e le ambientazioni rispecchiano quelle delle fiabe.
Cenerentola è un personaggio forte, esilarante, che sa il fatto suo. Un'eroina grintosa e perfetta, mai scialba.
Conquista con pochi incontri il principe, dimostrandogli di non essere solo una bella donzella, ma di avere personalità e delle idee proprie a cui non rinuncia. Non è il tipo che cede a compromessi e non è neanche una donzella indifesa da salvare.
Un po' maschiaccio e molto coraggiosa.
Ciò che la divide dal principe è dover fingere di essere una nobildonna (e in effetti lo era, non era di discendenze povere. Il padre muore lasciandole una casa e un'eredità di cui si appropria ingiustamente la matrigna) per motivi altruistici, finché non decide di dirgli la verità...
Il cast è indovinato, i personaggi sono tutti convincenti ed efficaci. Drew Barrymore suscita molta simpatia interpretando una Cenerentola ribelle, linguacciuta e tutt'altro che remissiva. Con qualche chiletto di meno sarebbe stata ancora più leggiadra. Buona e piacevole la sua alchimia sul set con Dougray Scott, discreto nel ruolo del principe Hanry. Ma anche i personaggi secondari sono ben caratterizzati. Tanto di cappello ad Anjelica Huston, in modo particolare, una matrigna perfida e acida perfetta. Spassosa inoltre, in questo caso, la versione delle sorellastre di Cenerentola: una bellina, magra, viziata ed egocentrica, interpretata dalla brava e adeguatamente smorfiosa Megan Dodds e l'altra un po' goffa, grassottella ma fondamentalmente buona e amica di Danielle, interpretata dall'altrettanto brava Melanie Lynskey, che anni dopo rivedremo nella sitcom: "Due uomini e mezzo", nell'indimenticabile ruolo di Rose.
Belli i costumi e la colonna sonora; regia scrupolosa e raffinata; sceneggiatura ricca di dialoghi brillanti e incisivi e trama ben sviluppata, densa di situazioni godibili e coinvolgenti.
L'epilogo è carino e simpatico, poiché oltre all'happyending della love-story, assisteremo alla giusta fine che faranno la matrigna e la figlia cattiva.
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