Regia di Erick Zonca vedi scheda film
Ancora una storia di giovani ai margini per Eric Zonca, dopo i cortometraggi "Eternelles" e "Seule". Stavolta sembra si superi il muro di incomunicabilità nei confronti del mondo esterno grazie al legame che si crea tra le due (bravissime) protagoniste. Ma anche la felicità è "precaria". C'è che reagisce cercando di rialzare la testa e guardare avanti ("ti auguro di vivere la vita che hai sempre sognato"...) e chi decide di uscire di scena con un gesto secco ed inappellabile. Lo stile è asciutto, le immagini scarne ma evocative al tempo stesso; il racconto sa emozionare ed a tratti divertire. Il ritorno alla normalità alla fine del film rappresenta forse anche l'elaborazione di un trauma ma è certo meno consolatorio del successivo "Il piccolo ladro".
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