Regia di Ugo Chiti vedi scheda film
Dopo Il Postino era quasi naturale che si tentasse la carta di Maria Grazia Cucinotta, il suo personaggio era venuto fuori in via naturale, e fisicamente si proponeva in maniera più che efficace. Cecchi Gori volle tentare la carta, ma come spesso ha fatto, se non in mano di artisti efficaci , ha sbagliato il tiro, o lo ha fatto sbagliare per motivi di bassa lega, con cui si pone in questa operazione. La fisicità dell’attrice è più che evidente in via naturale, e certe scelte ne fa calare in una certa maniera il tono dell’operazione stessa; Ugo Chiti non aveva già eccelso con la sua prima regia, era ed è , invece, uno sceneggiatore di ottimo livello, a secondo con chi si affianca, naturalmente, ed esempi di buon cinema non mancano, oltre che è una personalità del nostro teatro di ottima levatura, oltre che come regia anche come drammaturgo, detto questo si deve parlare della scelta di storia e di impostazione registica. L’ambientazione della storia era più che efficace, trattandosi del periodo degli anni’50, ideale per un personaggio proposto da una fisicità come l’attrice, la Toscana è un terreno ideale per un regista come Chiti in cui si è sempre mosso in maniera giusta e portando con sé la sua professionalità completa, assieme al suo entourage di attori, tutti ottimi professionisti con cui collabora da anni. In un terreno così fertile va ha scivolare sulle scelte di storia e di esposizioni sensuali quasi pecoreccie, facendo cadere l’argomento in maniera inadeguata, e con un’incertezza di fondo, tanto da renderlo ostico anche al pubblico stesso. Il dramma e la commedia non si fondono bene, tanto da non capire bene il risultato finale cosa sia; le scollature della Cucinotta hanno delle inquadrature inadeguate e superflue, dato che di per sé il fisico dell’attrice è esplosivo e quindi l’insistenza di vestirla e proporla in una storia quasi incestuosa alla Samperi, ha colpito male, l’idea non so da chi è venuta, produttore o regista, ma è stata sbagliata facendo deragliare la trama in maniera vecchia e risaputa. La recitazione della Cucinotta, su cui la critica si espressa sempre malamente, non è ai minimi livelli come si è detto e si dice, è solo sfortunata di non aver avuto un sostegno registico, come hanno avuto tutte le nostre attrici di nome dell’epoca passata e la cui esperienza è stata un viatico importante per tutte loro. Il resto del coro delle attrici ed attori è tutto di ottimo livello, su tutti esce fuori l’interprete principale maschile che, anche se doppiato, ha dentro di sé una gamma espressiva di indubbio valore ed impatto, e anche qui il regista ne fa un uso smodato, vedasi la scena del ritorno e della relativa ubriacatura.
una storia che non sta in piedi per motivi di furbizia mancata
ottimo il commento musicale dei De Scalzi che ricorda le musiche le musiche di Bregovic
Non so se dipeso da lui o dal produttore, ma la cosa non è riuscita
lei ce la mette tutta, ma è l'operazione sbagliata
il rgazzino dalgi occhi chiari.. che dire poco.
un leone che viebn da un cinema che si porta dietro
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