Regia di F. Gary Gray vedi scheda film
Riuscite ad immaginare, per un thriller, qualcosa di più emozionante che Samuel L. Jackson e Kevin Spacey impegnati in uno scontro psicologico? Ebbene questo è il fulcro de “Il negoziatore”, un film di F. Gary Gray non esattamente originale, eppure avvincente quasi esclusivamente per il confronto tra i due protagonisti, capaci di catalizzare l’attenzione degli spettatori, distraendoli da qualche evidente lacuna di troppo.
Samuel L. Jackson è un negoziatore, abituato a trattare con i più pericolosi sequestratori. Suo malgrado si ritroverà implicato in una vicenda di corruzione architettata proprio dai colleghi coi quali lavora quotidianamente. Tale vicenda lo porterà a perdere il migliore amico (di cui lui stesso viene accusato dell’assassinio) e di conseguenza il posto di lavoro e i sogni di libertà congetturati con la moglie. La reazione sarà sconsiderata, tanto da farlo diventare (paradossalmente) un sequestratore. Qui entra in gioco Kevin Spacey, anch’egli negoziatore, chiamato proprio dallo stesso Jackson per trattare con lui. La trama, particolarmente articolata, porterà i due ad un epico incontro-scontro, forse troppo romanzato, sul quale il regista si dilunga eccessivamente; eppure le competenze di Jackson (sequestratore che conosce a perfezione i trucchi del nemico), lo scontro di abilità con Spacey, il rapporto coi colleghi improvvisamente ribaltatosi, lasciano trascorrere il tempo filmico con una certa fluidità.
Il regista Gary Gray, specie nella prima parte, non sembra essere totalmente in grado di rimettere in video la tensione della sceneggiatura, né di valorizzare l’azione pura delle vicende. In compenso però tratta piuttosto bene le vicende psicologiche dei protagonisti, confermandosi maggiormente come regista di thriller che di film d’azione.
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