Regia di Gian Vittorio Baldi vedi scheda film
1944, entroterra emiliano; una sgangherata corriera viene fermata da tre fascisti repubblichini, che costringono a scendere i numerosi passeggeri. Per quanto innocenti, questi verranno trucidati senza pietà alcuna.
La follia del fascismo venne perfino esasperata, nella sua fase terminale, da quella propaggine involontariamente demenziale, surreale, in una parola impossibile che fu la repubblica di Salò. L'ultima utopia mussoliniana fu in realtà solo un blando escamotage per salvare le penne di quattro gerarchi e fomentare l'odio e la violenza autodistruttiva degli irriducibili fedeli al Duce; e ora veniamo a questo L'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di Natale. Raccontare un episodio relativo all'epoca di Salò, a trent'anni dalla sua fisiologica dissoluzione, è un nobile intento; d'altronde non sorprende che a farlo sia Gian Vittorio Baldi, cineasta romagnolo di nicchia, ma già autore di opere di riconosciuto impegno civile. Suo è il soggetto e sua la sceneggiatura, eccoci al punto dolente della questione: perchè inventare di sana pianta una vicenda, per quanto verosimile e simbolicamente ineccepibile essa sia, quando si sarebbe facilmente potuto scegliere da una sterminata quantità di aneddoti realmente accaduti, portando in questo modo maggior credibilità alla pellicola di pari passo con la sua importanza di documento storico-politico? E, si aggiunga, tributando ad alcune delle innumerevoli vittime innocenti di quei brutali, incancellabili anni? Nonostante l'interrogativo fondamentale, il film - fredda cronaca con qualche concessione alla fiction vera e propria - funziona e conta anche su un cast di buon livello: Riccardo Cucciolla, Macha Meril, Lino Capolicchio, John Steiner, Laura Betti, Delia Boccardo. Baldi figura anche come produttore, ruolo cui era d'altronde avvezzo. 5/10.
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