Regia di Giuseppe Bennati vedi scheda film
Un avvocato scopre che la figlia adolescente è scappata di casa; contatta un'amica della ragazza e indaga insieme a lei sull'ambiente frequentato dalla figlia. Che, a quanto pare, si è invaghita di un maturo ingegnere; nel frattempo però anche l'avvocato si sente attratto dall'amica della figlia.
Un po' indagine psico-sociologica sul mondo degli adolescenti dal punto di vista degli adulti, un po' thriller a tinte più o meno fosche con vaghe venature erotiche in sottofondo, questo Labbra rosse è un filmetto assolutamente godibile alla visione, ma che promette in realtà molto di più di quanto effettivamente mantenga. Non ci sono grandi rivelazioni, snodi inaspettati della vicenda o morali particolarmente arzigogolate in questa pellicola, e soprattutto il senso di torbido e di proibito (al centro della storia c'è la relazione tra un'adolescente e un uomo maturo) rimane sempre un po' indefinito, più d'atmosfera che nei contenuti veri e propri della storia. La sceneggiatura reca le firme di Paolo Levi, Federico Zardi e del regista Giuseppe Bennati; quest'ultimo si è barcamenato attraverso gli anni Cinquanta e Sessanta alternandosi tra opere drammatiche come questa o come il più riuscito Musoduro (1954) e altre più leggere, se non prettamente comiche come L'amico del giaguaro (1958), con Walter Chiari, immediatamente precedente Labbra rosse. Buono senz'altro il mestiere degli interpreti, che vede in prima linea Gabriele Ferzetti e Giorgio Albertazzi, con ruoli anche per Laura Betti, Gianni Solaro e Marina Bonfigli; delle giovani Jeanne Valerie e Christine Kaufmann, qui ancora alle prime armi, sarà la seconda ad avere la carriera più brillante. La coppia Bennati-Ferzetti si ricostituirà l'anno seguente per Congo vivo (1961), proseguendo negli intenti impegnati di questo lavoro. 4,5/10.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta