La recensione su Guns Akimbo

Il film è tutto nella sua premessa: il frustrato programmatore di videogame Miles Lee Harris prende di mira online un gruppo clandestino conosciuto come Skizm che organizza un seguitissimo e illegale gioco online dove i giocatori si scontrano tra loro, in live stream e all’ultimo sangue.

Uno “snuff film” in diretta e in mondovisione dove, dopo essere stato rintracciato e malmenato, Harris è “costretto” a partecipare scontrandosi direttamente con l’attuale campionessa in carica, la letale e folle Nix.

Come sgradito “bonus” due pistole bullonata chirurgicamente alle sue mani con 50 colpi ciascuno...

Action dispotico scritto e diretto da Jason Lei Howard, alla sua seconda prova dopo il (per me) pasticciato Deathgasm, presentato nella sezione After Hours dell’ultimo Torino Film Festival, dopo una breve distribuzione nelle sale americane arriva in italia, debitamente doppiato, direttamente su Amazon Prime Video, saltando quindi, ancha causa corona virus, la distribuzione in sala.

Esteticamente figlio di Crank del duo Neveldine/Taylor almeno quanto ai film di Edgar Wright (in primis Scott Pilgrim vs. The World, citato indirettamente nella pellicola di cui è, in parte, una sua versione sotto acidi, più cinica e arrabbiata oltre che molto più violenta) Guns Akimbo si fa portavoce di un action adreanlitico, caotico, ironico, iperviolento e pop quali ad esempio Hardcore!, The Raid o lo stesso Gamer sempre del duo Neveldine/Taylor.

Ben ritmato ma un pò ingenuo e prevedibile, Guns Akimbo rumina continuamente cultura pop contemporanea, cinematografica ma anche (soprattutto?) dei videogames, mescolando i generi e sperimentando, tra un montaggio estremo e una fotografia quasi stroboscopica, osando e soprattutto divertendosi perchè l’aspetto più importante, cosa che permette alla pellicola di salvarsi (quasi sempre!) dai suoi stessi eccessi e di scadere quindi (troppo) nel trash è proprio quella di non prendersi troppo sul serio.

Questo permette a Harris anche di sbizzarrirsi senza remore in soluzioni visive, trovate fumettistiche e sovraimpressioni che evidenziano ulteriormente il suo passato di esperto di effetti speciali, uno tsunami che non si arresta nemmeno davanti alla critica sociale presente ma comunque di contorno (la sottocultura internettiana, del trolling in primis e dei suoi effetti deleteri che rendono privi di empatia gli individui e quindi maggiormente soggetti alla violenza ma anche più facilmente manipolabili).

Un sottotesto che forse non vuole nemmeno essere tale, riproponendo soltanto quanto succede ogni giorno sul web, ma che proprio per questo risulta quindi superfluo o quanto meno inutile.

Abbandonati i panni di Harry Potter, l’evoluzione artistica di Daniel Radtcliffe si è fatta quantomeno interessante preferendo, forse per distaccarsi il più possibile proprio dall’ingombrante figura del maghetto di Hogwarts, ruoli decisamente particolari o un pò strambi, spesso difficilmente classificabili o pericolosi, e che vanno dal dramma teatrale Equus al protagonista cornuto di Horns, dal cadavere scurreggione di Swiss Army Man fino a questo Guns Akimbo ma offrendosi con maggiore credibile come vero e proprio attore.

Al suo fianco la sempre più in ascesa e promettente Samara Weaving, nipote di Hugo (l' Agente Smith della saga di Matrix), specie di Hit-Girl strafatta e fuori di testa, ormai lanciatissima ma a cui personalmente ho preferito la più “sobria” Natasha Liu Bordizzo. E non soltanto in quanto a bellezza.

VOTO: 6,5