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Eternals

Regia di Chloé Zhao vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Eternals

di lussemburgo
5 stelle

 

È strano vedere due film così dissimili della medesima regista, fresca insignita dell'Oscar, uscire a breve scadenza, tanto da doverne ricercare i punti in comune per una nostalgia di poetica d’autore tra Gli Eterni e Nomadland, riscontrabile forse nella solitudine, cercata e subita, dei protagonisti, vittime delle circostanze ma anche incapaci di stabilire o mantenere reali rapporti (di famiglia o di amicizia) come se i sentimenti fossero un fardello, e mossi dalle conseguenze di un trauma a cui non cercano rimedio ma ai cui effetti si adattano in una sorta di lento suicidio, sociale, morale, fisico, dedicandosi all’isolamento come unico, seppur temporaneo, rimedio. In fondo, allora, i vari e differenti personaggi degli Eterni non fanno che rifrangere e ripetere in dissonanti esemplificazioni, gli atteggiamenti della dolente ma indifferente protagonista di Nomadland, soggiogata da una natura soverchiante per bellezza e imponenza, che lei guarda senza apprezzarla, in cui soffre vedendosi afflitta per compiacersi della propria sofferenza, in cui si incarna. E, in fondo, il film pluripremiato di Chloé Zhao, è la registrazione di un nichilistico e compiaciuto autoritratto di un’attrice fuori contesto, dedita ad esaltare le proprie capacità di finzione in un ambito di tragico realismo.

Creati da Jack Kirby per disegni e concezione, gli Eterni sono una stirpe di esseri umani potenziati che presiedono alle fasi salienti dell’umanità, testimoni inerti, al netto di piccoli, decisivi interventi, della sua evoluzione, protettori dell’uomo ma prevalentemente privi di intervento, come Osservatori in situ, e non spettatori dal palcoscenico solitario e silenzioso della Luna (come mostrato nella serie animata What if…?). Questi esseri si credono viventi ad immagine degli uomini, ma (nel film) sono solo senzienti perché sono creati come automi inconsapevoli dai Celestiali, esseri siderali onnipotenti, per fare da balie. Ma non la loro supervisione, lunga millenni, non riguarda la nascita di un genere di vita consapevole su un mondo, bensì la gestazione di un nuovo essere al costo di un pianeta, dentro al quale, assorbendone le energia, i Celestiali si sviluppano, depredando mondi e vite. E all’interno della Terra sta per nascere uno di loro.

Improvvisamente consci del proprio destino, gli Eterni si combattono, divisi tra obbedienti e ribelli, alcuni avendo cercato l’integrazione con gli umani, altri essendo rimasti eccentrici osservatori, spesso incapaci di ricordare il proprio ruolo o rifiutandolo. Alternando commedia e azione, sullo sfondo di un'apocalisse imminente, tra il sacrifico sul campo di battaglia o per scelta personale, gli Eterni infine accettano di salvare il mondo e si ribellano al proprio destino, e i superstiti tra loro si imbarcano su una nave verso nuovi orizzonti spaziali, pronti a prendere le redini della space opera Marvel al posto, forse, dei Guardiani della Galassia, sicuramente coadiuvati dall’entrata in scena, in extremis, di Eros, semidio irrequieto interpretato dal cantante Harry Styles.

Nella loro fissità e immobilità - a volte anche interpretativa - e per l’uso di esterni naturali oltre che per il ruolo di osservatori (o di induttori) dell’evoluzione umana, non mancano nel film gli inevitabili riferimenti a 2001: Odissea nello Spazio di Kubrick (di cui Kirby aveva curato una trasposizione a fumetti), i personaggi diventando, per loro natura, monoliti ambulanti, e Hal 9000, per la loro natura artificiale, ma con in più la voglia di umanità di alcuni di loro, come quella di Data di Star Trek: New Generation.

Dotati di superpoteri diversificati, al fine di creare un gruppo omogeneo e complementare, gli Eterni soffrono per la qualità sovradimensionata dei personaggi e della loro funzione e, sebbene il film sia per lo più ambientato sulla Terra, i rapporti con gli umani appaiono nel complesso limitati, le maestose ambientazioni naturali quasi degli sfondi mentre gli alteri e monocordi protagonisti rubano la scena senza però mai imprimersi nell’immaginario: quasi marionette, come destino impone loro, lasciando lo spettatore pressoché indifferente dinanzi a tanta potenziale tragedia e catastrofe ambientale e con molti dubbi sulle possibili interazioni con altri eroi. Un nuovo e molto differente inizio, dopo il cataclisma delle convergenza totale di tutti i film Marvel in Endgame, che non sembra però contenere i disparati mondi della serie inaugurale.

 

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