Regia di Chloé Zhao vedi scheda film
Presentato in occasione della Festa del Cinema di Roma c’era molta curiosità attorno al progetto di Eternals, 26sima pellicola del MCU, in primis in funzione della sua regista Chloé Zhao, anche sceneggiatrice, al suo primo film (e blockbuster) dopo la vittoria a Venezia e dell’Oscar lo scorso anno con Nomadland e, in secondo luogo, per la sua (presumibile) importanza per la fase successiva alla Saga dell’infinito nell’Universo Cinematografico Marvel.
Eternals non é la consueta (pragmatica) pellicola Marvel ma un evidente tentativo di trovare un punto di contatto tra la sensibilità di una delle registe indipendenti più apprezzate ad oggi e la (stoica) solidità produttiva dell’Universo Cinematografico della Casa delle Idee il cui enorme successo, ormai consolidatosi nel tempo, gli permette di concedersi, nel tentativo di espandere ulteriormente il proprio raggio d’azione nel panorama dei blockbuster moderni, anche passaggi sulla carta così rischiosi e/o spiazzanti.
E a discapito di quanto si possa pensare, la pellicola di Zhao rappresenta un grosso rischio oltre che uno dei capitoli più difficili e complessi mai realizzati nell’MCU.
Personaggi creati nel 1976 dal celebre Jack Kirby per esplorare il senso del divino e dell’assoluto (cosmico) in campo supereroistico, gli Eterni introdotti nel MCU con questa nuova pellicola sono invece una “famiglia” disfunzionale (come prassi da tempo per il cinema mainstream) e al contempo inclusiva (come invece ormai d’obbligo oggi per il cinema hollywoodiano) la cui gestione piuttosto affollata dei membri permette ad ognuno di trovare comunque un suo spazio (per quanto alcuni siano più protagonisti di altri) affrontando le situazioni che si vengono a creare sempre in modo differente e autonomo, a secondo del modo in cui si vede la realtà circostante che ne guida le scelte e le reazioni delineando quindi il loro rapporto non solo con il mondo che li ospita ormai da millenni ma anche con la stessa umanità in quanto le emozioni giocano un ruolo fondamentale (tanto che questi semidei appaiono perfino troppo umani) e i vari intrecci psicologici ed emotivi tra gli Eterni surclassano (quasi) tutto il resto.
Perché (anche in Paradiso) niente é come sembra e per risolvere la situazione dovranno affrontare battaglie sia fisiche che emotive come inaspettati tradimenti, incertezze e patemi d’animo (o di cuore) come anche la dolorosa e oscura verità sulle loro origini e sulle sorti di un pianeta che sono stati chiamati a proteggere.
Eternals probabilmente é uno dei film dei MCU più problematico da digerire, in primis per un ritmo che stenta a decollare davvero in quanto interessato, soprattutto all’inizio, a presentare tutti i suoi (numerosi) protagonisti e a costruire le fondamenta della storia, poi per un taglio deciso a uno stile più leggero per adottare invece un’impronta più imponente ed epica mentre l’azione viene ulteriormente ridotta per lasciare invece molto più spazio alla riflessione e alla psicologia dei personaggi, cosa che potrebbe infastidire chi cercava soltanto gli scontri o una scarica di adrenalina a cui segue un minutaggio importante e di una scrittura, di personaggi ed eventi, che presenta un’insolità ambiguità di fondo senza però che questi incida troppo negativamente sulla reale riuscita del film.
I richiami servono invece a dare un senso di continuità con il MCU per una pellicola che cerca invece di trovare un’ambizione diverso al genere, tentativi già messi in opera con alcune dei serial proposti su Disney Plus, attraverso una declinazione superomistica del supereroe con super problemi della Marvel rispetto al classico super essere nietzschiano (la base di partenza degli Eterni sono esattamente queste per poi declinare, acquisendo nel tempo sempre più emozioni umane, verso il supereroismo problematico introdotto da Stan Lee negli anni’60) muovendosi contemporaneamente in diverse direzioni che, al netto di qualche pressapochismo, consente una scrittura migliore sia nella caratterizzazione dei personaggi che nella gestione del conflitto (non c’é un vero villain e il confronto, filosofico e/o psicologico, e tutto interno alla morale degli stessi Eterni).
E se già con l’ultimo Shang Chi la Marvel propone una forma di aggiornamento o rilettura (per me non completamente riuscito) di un nuovo e diverso genere cinematografico, con Eternals va già oltre e propone invece qualcosa di inedito e che si ricollega a un’estetica quasi millenarista, con diversi punti in comune ad esempio con la filosofia wachowskiana (le influenze misticheggianti di un serial come Sense8 per me sono piuttosto evidenti).
Anche il supporto del cast funziona piuttosto bene nel suo insieme, anche se nessuno spicca particolarmente rispetto agli altri (a ulteriore conferma di un film soprattutto corale) ma tra cui si apprezzano maggiormente Gemma Chan, Lia McHugh, Don Lee, Kumail Nanjiani e Angelina Jolie a cui si aggiungono anche Salma Hayek, Richard Madden, Brian Tyree Henry, Lauren Ridloff, Barry Keoghan, Harish Patel e Kit Haringhton.
VOTO: 7,5
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