Regia di Chloé Zhao vedi scheda film
Solitamente, mi sento di poter affermare che sia meglio abbondare che deficere, provare a compiere un passo in più piuttosto di ritrarre la mano, accontentandosi di scodellare il solito piatto di minestra trito e ritrito, che asseconda il principio di conservazione secondo il quale, prima di tutto, conta non farsi male.
Benché sia generalmente preferibile conseguire un equilibrio, una soluzione bilanciata tra forma e sostanza, tra componenti e complementi, osare è la virtù dei forti.
Non vi è dubbio alcuno che la Marvel lo sia, almeno per quanto concerne la capacità produttiva e i ritorni economici, e con Eternals cerca di rinnovarsi, forte di un soggetto che, per una volta, non è obbligato a subire i confronti – diretti o intrinseci che siano - con i suoi ingombranti predecessori.
Purtroppo, almeno per chi scrive, trattasi di un’ammucchiata di idee ed elementi, direttive e mozioni, che vanifica anche le intenzioni più stimabili, rischiando di scontentare i fan della prima ora, così come chi era abituato ad altro (sostanzialmente, un accumulo di scene action e pathos).
Fin dagli albori dell’umanità, gli Eterni soggiornano sulla Terra, per proteggere l’ecosistema dai Devianti, fameliche creature che hanno come unico fine quello di dilaniare ogni forma vivente.
Arrivati ai giorni nostri, dopo tanto tempo Sersi (Gemma Chan – Lasciali parlare) incontra un deviante sulla sua strada e lancia l’allarme. Insieme agli altri Eterni, tra i quali figurano Thena (Angelina Jolie – Tomb Raider, Changeling), Ikaris (Richard Madden - Cenerentola), Ajak (Salma Hayek – Dal tramonto all’alba), Kingo (Kumail Nanjiani – The big sick), Gilgamesh (Ma Dong-seok – Train to Busan) e Druig (Barry Keoghan – Il sacrificio del cervo sacro), tenterà di sventare la sopraggiunta minaccia.
La nuova sfida diventerà ancora più impervia quando gli Eterni capiranno di aver agito per secoli senza conoscere gli effettivi propositi di chi guida le loro mosse, dovendo per giunta fronteggiare un’inaspettata insidia interna.
Con Eternals, il Marvel Cinematic Universe scrive la prima pagina di un nuovo libro, introducendo un pacchetto di personaggi inediti, alla ricerca di un respiro più esteso e aggregante, com’è facile intuire per ogni cinefilo, in virtù della regia affidata a Chloé Zhao, regista cinese che con Nomadland ha fatto incetta di premi, dalla Mostra del cinema di Venezia fino agli Oscar.
Trattasi di un’iniziativa maldestra, sgraziata sotto quasi ogni punto di vista, che vorrebbe conquistare tutti, grandi e piccini, spettatori occasionali ed eruditi, formulando infine un pastrocchio debilitante e scapestrato, che fonde alto e basso, azione e temi sensibili, dramma e comicità.
Segnatamente, è un impasto soffocato da un’impaginazione inclusiva che pretende di racchiudere l’impossibile. Alla base, colleziona ogni sorta di bandiera già dall’assortimento geografico di personaggi e interpreti, per poi rincarare la dose spaziando in più luoghi, per giunta dispersi su più piani temporali, chiudendo infine con accenni sul disastro climatico che incombe su di noi, aggiungendo un’apertura alle istanze LGBT, senz’altro apprezzabile come proposito ma altrettanto inserito con insistenza, per quanto esposto con estrema spontaneità.
Tutto questo parapiglia di questioni aperte, non fa altro che produrre sbalzi ingestibili, che non calcificano appieno le onde più inquietanti (noi umani siamo solo delle pedine, degli spettatori impotenti), con temi talvolta solo sfiorati, in altri casi addirittura malamente abbozzati, per non dire poi di quanto ricade nel panorama sentimentale, svenevole come accade solo nelle peggiori pellicole dedicate al tema (insomma, le lacrime son fin troppo facili e a comando simultaneo, inutilmente copiose).
Da un ginepraio del genere, ne esce malamente pure il cast. Angelina Jolie è completamente fuori fase, Salma Hayek è monolitica, Kumail Nanjiani scimmiotta se stesso (per carità, può anche risultare simpatico, ma se così fosse andate altrove per apprezzarlo come merita), Ma Dong-seok è sprecato in maniera che definirei ai limiti dell’oltraggio, mentre i due bellocci Richard Madden e Kit Harrington hanno la medesima caratura espressiva di un cartonato.
In pratica, Eternals è un lapalissiano esempio di occasione sperperata - incassi a parte, che gli stanno arridendo – che rientra nel novero di quei film che rispecchiano il detto chi troppo vuole, nulla stringe. Vorrebbe soddisfare ogni categoria di spettatore ma poi rilascia e colleziona ingredienti di ogni tipo senza mai sposare una sana continuità, tra scene action, talora totalmente gratuite (l’incipit è emblematico), e altre strappalacrime, comicità frontale e drammi che vorrebbero arrivare dritti all’anima, senza disporre di una proverbiale costruzione ragionata e misurata, indispensabile per affondare il colpo e attecchire con profitto.
Dispersivo e disunito.
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