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Dolittle

Regia di Stephen Gaghan vedi scheda film

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La recensione su Dolittle

di Marco Poggi
6 stelle

Robert Downey Jr. tenta il passaggio dall'uomo di ferro della Marvel al dottore che parla con gli animali già portato sul grande schermo da Rex Harrison e Eddie Murphy fallendo al botteghino americano. Eppure è un discreto film per famiglie, con i protagonisti che dialogano con animali animati in CGI.

Robert Downey Jr. tenta il passaggio dall'uomo di ferro deI Marvel Studios al dottore che parla con gli animali già portato sul grande schermo da Rex Harrison e Eddie Murphy fallendo (almeno per quanto concerne gli incassi americani). E', comunque un discreto film d'avventura per famiglie, ma non bastano gli animali in CGI (tutti doppiati da grandi attori, in originale) che dialogano simpaticamente col protagonista e il suo giovane assistente (un Harry Collett che rimpiazza Tom Holland - che qui doppia un cane -, come spalla di Robert Downey Jr, che ha sì i suoi bei momenti, ma molto pochi e cellentinati, se paragonati al protagonista, che piange pure la sua bella,moglia esploratrice/pirata/figlia di un re pirata - Antonio Banders -, interpretata da Kasia Smutniak) inizialmente se poi mancano degli antagonisti degni di nota (il già citato Antonio Banderas come re/pirata suocero di Dolittle/RDJ è praticamenteuna comparsa, il dottore invidioso di Michael Sheen fa smorfiette che avrebbero reso meglio se fatte da Simon Pgg e Jim Broadbent che, praticamente, rifà il suo personaggio del pessimo "IL GIRO DEL MONDO IN 80 GIORNI", con Jackie Chan), soprattutto, se mancano registi alla Steven Spielberg o alla Peter Jackson (anche un Gore Verbisnski, o un Jon Favreau di passaggio) che ci credano. Robert Downey Jr, che fa del suo Doilittle in abiti vittoriani un pronipote non violento di Tony Stark (come Tony dialogava con il computer e i suoi robottini, Dolittle parla e gioca con gli animali) e del suo Sherlock Holmes (vedi il mistero dell'avvenamento della regina Vittoria)  è pure produttore, ma non è il George Lucas de "I PREDATORI DELL'ARCA PERDUTA".Resta un bel baraccone per ragazzi, un film alla Fantaghirò che affoga nella CGI, che è la sua croce e delizia.

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