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Il fantasma dell'Opera

Regia di Terence Fisher vedi scheda film

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La recensione su Il fantasma dell'Opera

di Furetto60
6 stelle

Terza trasposizione del famosissimo "fantasma dell'opera" decisamente datata, non è tra le migliori, tuttavia ha un suo fascino.

Il padre putativo del  Fantasma dell’Opera è Gaston Louis Alfred Leroux, nato nel 1868, laureato in legge e poi giornalista di «L’Echo de Paris» e «Matin» per la cronaca nera e giudiziaria, infine scrittore francese di romanzi d’appendice.La prima edizione del romanzo risale al febbraio 1910. Da quel romanzo, naque un  mito,che ancora oggi sopravvive,supportato,dopo l’uscita del libro, dalla trasposizione cinematografica di Rupert Julian e poi dai numerosi remake successivi, degno di nota quello rock di Brian de Palma, da dimenticare quello di Dario Argento

Nel 1960 la Hammer Films affidò a Terence Fisher,regista di punta,  la terza rielaborazione cinematografica del romanzo. Tuttavia rispetto alle precedenti versioni e al romanzo, appare fortemente rimaneggiato,  con lunghe digressioni sentimentali e scarsi momenti di tensione.

Nonostante il grosso dispendio di risorse finanziarie, la casa cinematografica, utilizzò un set già apparso in altri film, L’unico gioiello scenografico era costituito dal mondo sotterraneo creato da Bernard Robinson. L’antro sotterraneo, sormontato dall’organo e attraversato dalle acque limacciose del Tamigi, era una realizzazione, suggestiva e di grande atmosfera.

Fisher trasferendo la sua storia da Parigi a Londra, presenta subito, il suo personaggio,celato da una maschera che fa intrevedere solo un occhio, le mani bruciate suonano l’organo, mentre lo ascolta il nano gobbo,in sostanza, Il  "famigerato fantasma"non è altro che un uomo in carne ed ossa, Petrie un musicista talentuoso,  costretto a nascondersi, perchè incapace di mostrarsi alla gente col viso deturpato, vittima della cupidigia di Arcy, che in questa trasposizione, è il vero "oscuro". Perfido e vile Arcy,è un  aristocratico vizioso, che, siamo alla fine del diciannovesimo secolo e la nobiltà aveva ancora il suo peso , maltratta le maestranze e cerca di concupire la cantante Christine e non riuscendoci la licenzia insieme all'impresario che ne prende le difese, è lui  ad appropriarsi dell'opera inedita “Saint Joan” del compositore sconosciuto Petrie ”spacciandola per sua. Quando Petrie si reca nella tipografia dove viene stampato il libretto del suo lavoro, sotto il nome di d’Arcy,intuendo di essere stato raggirato e dafraudato, viene colto da furore, cerca di dare alle fiamme tutte le copie, ma durante l'incendio che ne deriva,  una fiammata di acido lo sfigura. Petrie col volto coperto da una maschera,diventa cosi il "Fantasma,dell'opera” che comincia a sabotare i lavori in teatro,anche grazie  all'aiuto del fidato  ometto deforme, che  abita nei sotterranei  e che gli aveva salvato la vita e dato rifugio, dopo il mostruoso incidente in tipografia.Cosi  rapisce la giovane cantante Christine per insegnarle a cantare alla perfezione la sua Giovanna d’Arco,ma in sostanza, quando l'impresario che la sta cercando, nel frattempo tra i due è nata una composta e romantica “liaison”,fa irruzione nel luogo ove è tenuta prigioniera, Petrie  abbandona il suo atteggiamento aggressivo, fa ammenda, si prostra ai suoi piedi e le  chiede come unico regalo, di impegnarsi a perfezionare la voce,per esibirsi per suo conto e in suo nome,Christine già di suo dotata,interpreta magnificamente la “Saint Joan” ottenendo  un grande trionfo e dando soddisfazione al suo mentore,che assiste da dietro il palco al successo della sua opera, dopo aver eliminato l'ingiusto e meschino Arcy. Purtroppo l'amico nano del maestro, che si aggira tra le tavole,al di sopra del palco, per sfuggire ad un tirapiedi che lo stava inseguendo, accidentalmente  fa precipitare il grande candelabro del teatro sul palcoscenico, Petrie riuscirà a salvare la sua pupilla , immolandosi al suo posto, dopo essersi smascherato platealmente, prima di balzare sul palcoscenico, mostrando le orrende ustioni che gli deturpano il volto.

Fisher manipola la storia del “Fantasma” per girare in sostanza una storia d’amore, di fortune fallite e di drammi realizzati. La lacrima che sgorga dall’occhio del Fantasma quando vede la sua opera “Joan d’Arc” prendere vita nella voce di Christine  è la sintesi e l’apoteosi di tutto il film. Il Fantasma è una figura minacciosa, ma non è una creatura malefica e quasi soprannaturale o un orco vendicativo, ma solo un uomo indignato,offeso e defraudato, che pretende un risarcimento morale.

 

 

 

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