Regia di Denys de la Patellière vedi scheda film
Un burbero e intrattabile ricco di campagna - ma con un cuore fondamentalmente buono - strappa dalla strada una bella prostitua e l'accoglie in casa. La situazione non può essere che molto provvisoria.
E' un film vivace, con dialoghi veloci e arguti (a volte persino troppo), il quale si avvale di un argomento e di una trama originali. Non ricordo infatti un altro film con una trama simile. Il regista dirige in modo spigliato, scegliendo bene le inquadrature e i movimenti di macchina, che sono ben più che accessori. Buone anche certe idee, come quella della carrozzina portata sul tetto della macchina, quando la macchina non si vede, e sembra che quella corra all'impazzata verso i novelli sposi.
Le tematiche che vengono toccate non sono poche, e non sono sempre risolte: a cominciare dal rapporto tra fede e morale (che qui è visto non sempre sereno), fino al senso del matrimonio, al perbenismo di facciata, alla redenzione di una prostituta, al valore dell'amore e alla possibilità di ricominciare da capo. Non ricordo quale papa del Medioevo, con una bolla, accordò speciali meriti a chi sposa una prostituta togliendola dal mestiere; questo film, però, non sembra guardare da questa prospettiva, perché tratta l'argomento con una punta polemica, anche se forse solo verso un certo moralismo campagnolo o borghese. Molta carne al fuoco, appunto, e forse era consigliabile un po' più di moderazione in fase di sceneggiatura. In essa si nota più di una mano e di una testa. Anche il personaggio di Gabin è un po' pasticciato e irrisolto; manca in altre parole quella messa a fuoco del carattere tanto difficile da raggiungere per chi scrive un film. Gli altri personaggi, di contro, sono più riusciti, con una punta per quello secondario della sorella con sentimenti incestuosi latenti. Quella sì che è bene messa a fuoco.
Al di là dei difetti, è un'opera tutto sommato leggera, ben girata, e gradevole da guardare.
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