Regia di Massimo Troisi vedi scheda film
Dopo l’esordio di successo con Ricomincio da tre, Massimo Troisi dirige una sorta di esperimento per la Rai che ha come soggetto la sua morte. Eh si, Massimo Troisi immagina la sua dipartita, si stende in una bara e subisce il commiato di amici e artisti. Tra tutti si distingue un anonimo toscano che, a differenza degli altri, ha solo cose orribili da dire sul comico napoletano.
La formula è senza dubbio curiosa e alquanto alternativa, se si pensa poi che il popolo napoletano ha la scaramanzia come compagna di vita, il fatto che Troisi scherzi con la sua morte non è stato poi capito da tutti fino in fondo: trovare il lato artistico quando si ha di fronte una sorta di presa in giro alla vita risulta per molti alquanto difficile e, in un certo senso, nel caso di Massimo, terribilmente premonitore.
Sarà per questo che ancora oggi resta, tra le pellicole del regista e attore partenopeo, quella meno capita e ancor meno apprezzata. Vero anche che a penalizzarla resta la durata, eccessiva se si pensa che, per tutto il tempo lo spettatore non fa altro che assistere all’andirivieni di tutte le star nostrane dell’epoca, accorse per dare l’estremo saluto all’artista partenopea dal geniale intuito.
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