Regia di Massimo Troisi vedi scheda film
Massimo Troisi è morto e sono tanti i personaggi famosi che si recano a omaggiare la sua salma; fra loro c’è anche un toscano esagitato, del tutto somigliante a Benigni ma che non vuole rivelare la sua identità, che non fa altro che insultare il caro estinto.
Tristemente profetico, il mediometraggio Morto Troisi, viva Troisi racconta di un ipotetico trapasso di Massimo Troisi in giovane età, che porta alla camera ardente una vera e propria sfilata di personaggi famosi, ciascuno dei quali omaggia a modo suo l’attore partenopeo. In particolare alcune scenette con protagonisti Lello Arena e Roberto Benigni si soffermano su bizzarri aneddoti e amenità assortite, generando ulteriore spirito grottesco nell’opera. Il tutto viene intervallato da spezzoni di interventi televisivi di Troisi, a completare un mockumentary ante litteram della durata di appena cinquanta minuti, ma denso di contenuti. Una comicità più di parole che di azione, qui, palesemente – e volutamente – limitata nei mezzi (costumi, scenografie, montaggio), ma fiera del suo essere stralunata, surreale e spesso imprevedibile (Troisi intervistato a cavallo mentre racconta che nella vita privata lui è Anna d’Inghilterra). Reduce dal successo della sua prima regia, il comico napoletano realizza questa bizzarra pellicola per la Rai contando sulla complicità di Anna Pavignano e del già citato Arena, presumibilmente coinvolti anche per il copione; le sequenze con protagonista Benigni rimangono le più interessanti del lavoro, mentre la maggior parte degli altri interpreti fa soltanto una breve comparsata. Fra essi: Pippo Franco, Mario Pastore, Lory Del Santo, Marco Messeri, Enrica Bonaccorti, Pippo Baudo, Pino Caruso, Riccardo Cocciante, Carlo Verdone, Maurizio Nichetti e Renzo Arbore. 6/10.
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