Regia di George A. Romero vedi scheda film
Romero dirige un horror immancabilmente destinato ad entrare nella storia, affrontando un tema, quello degli zombi, ardito ed efficace. Il bianco e nero contribuisce alla creazione di un'atmosfera sinistra e ricca di terrore sospeso che aleggia nell'aria, atmosfera nella quale i pochi uomini sopravvissuti al contagio devono sopperire alle loro differenze per trincerarsi e sopravvivere. A parlarne così, sembrerebbe un normale film horror, ma La notte dei morti viventi è infarcito di significati, più o meno nascosti, che ne fanno anche un film che dispensa:
1) critiche sociali e politiche: c'è chi vi ha intravisto una polemica sulla guerra del Vietnam. Comunque, Romero è stato fortemente critico nel successivo Zombi verso il consumismo;
2) critiche sulla circolazione delle armi negli U.S.A.: si rivelano utili contro gli zombi, ma anche fatali;
3) critiche verso il razzismo: il protagonista è un uomo di colore che, "capobranco" degli assediati, dimostra indubbie doti ma è osteggiato continuamente, nonostante sembri l'unico in grado di far fronte all'emergenza.
Negli anni a seguire, i film sui contagi orrorifici a livello di tutti gli Stati Uniti si sono sprecati, ma nessuno ha avuto quel pizzico da "film a tutto tondo" che Romero ha saputo dare. Un cult, ma sempre di discreta attualità. Ottimo.
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