Regia di George A. Romero vedi scheda film
Film spartiacque tra il vecchio e il new horror, il film di Romero è in grado di fare horror anche senza farlo del tutto. Per un 25enne di oggi come me, abituato ad altri ritmi e ad un'altra estetica, è difficile spaventarsi o provare raccapriccio. Ciò che riesce bene al film oggi, come 35 anni fa, è di mettere lo spettatore in una posizione privilegiata davanti ad un incubo. I ritmi e i toni con i quali Romero veste la storia ed i personaggi sono inquietanti, apocalittici se vogliamo. C'è un'angoscia di fondo, fatta dai primissimi e soffocatissimi primi piani, che ci fa proprio avvertire la paura sconosciuta che respirano i protagonisti. Ed è proprio questa paura che non conosciamo, che sarà poi la vera protagonista di tantissimo horror a venire.
Con Romero l'horror cambia, anche con l'ausilio del coetaneo "Rosemary's Baby" di Polansky, ma è poi Tobe Hooper e il suo manifesto horror di "The Texas Chainsaw Massacre", a dare la sterzata definitiva verso appunto quel new horror che avrebbe vantato poi i capolavori dei due precedenti autori, e di certi Carpenter e Craven. Ma George A. Romero, ne rimane appunto l'auterevolissimo e ancora oggi studiato, punto di partenza.
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