Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Definire la pellicola di Kusturica, premiata con il Leone d'Argento nel '98, un film pirotecnico appare quasi riduttivo. Colori, movimenti, suoni (la travolgente musica gitana): ogni aspetto di questa pellicola sembra creato apposta per stordire (piacevolmente, si intende) lo spettatore, in un crescendo che segna anche una cesura tra una prima parte con il freno a mano tirato ed una seconda inarrestabile. Non sorprende più di tanto, cosi', che lo stesso Kusturica dichiari di essere un grande estimatore di Fellini, ed in particolare di "Amarcord", che si "vede" al tornasole in più di una scena cosi' come nella scelta di tanti attori non professionisti, una variegata umanità chiassosa ma estremamente sincera. Un film che è anche un grande omaggio al mondo gitano, ai suoi tanti eccessi ma anche al senso più godereccio e genuino del vivere.
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