Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Tra i film di Kusturica "Gatto nero gatto bianco" non è il mio preferito, ma è uno di quelli dove lo stile barocco del regista funzionava ancora bene; i suoi film successivi non li ho visti, forse perché poco invogliato da recensioni non certo entusiaste. È una sarabanda di trovate visive e di sequenze fantasiose dove la trama passa quasi in secondo piano, e che riesce a mantenere desta l'attenzione dello spettatore per due ore, anche se secondo me non tocca i vertici di pathos di "Papa' è in viaggio d'affari", l'Amarcord del regista bosniaco dove lo stile era molto più controllato, meno esuberante e dal taglio più classico. Qui Kusturica si abbandona al suo estro visionario e spesso ci prende, confeziona un'opera divertente di stampo corale dove riesce a seguire un gran numero di personaggi e le loro peripezie, ma non sempre riesce ad evitare gli eccessi che forse sanno già un po' di maniera. I gitani da lui tanto amati sono pieni di vitalità, affrontano le fatiche quotidiane con spirito indomito, sono immersi in una Natura che ne accompagna gioie e dolori e che viene esaltata da una fotografia ipercolorata di Thierry Arbogast. A Venezia fu molto applaudito dal pubblico ma vinse solo un Leone d'argento, battuto da "Così ridevano" di Gianni Amelio. Musiche come sempre trascinanti, attori scatenati, buon ritmo con qualche ingorgo verso il finale.
Voto 8/10
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta