Regia di Emir Kusturica vedi scheda film
Venerdi 28 settembre una di notte mentre aspetto che su raimovie inizi la < Cosa > di Hawks appaiono sullo schermo dei nomi poco americani. Comincio a sospettare che le schizofrenie del palinsesto mi stanno per fare una sorpresa ....infatti. Il primo fotogramma mi fa venire in mente cinque parole: un cognome, due sostantivi e due aggettivi. Kusturica, Gatto nero gatto bianco. Al secondo fotogramma la voglia di (ri)vedere un film del regista serbo ha già annullato la delusione di non poter vedere il film segnalato dalla nostra rivista settimanale preferita. Sentivo un esigenza quasi fisica di farmi travolgere dal mondo grottesco e pieno del nostro, dei suoi personaggi incredibilmente stratificati dove la confusione è sempre il prezzo da pagare per arrivare alla meta. Alla fine tutto si aggiusta nelle storie di Kusturica che lascia cadere qui anche la necessità di una morale che possa spiegare il trionfo dell'amore e dell'amicizia che è in fondo il film. Nessuno si fa male veramente, nessuno frega veramente l'altro finche è possibile annullare un matrimonio tutto si può aggiustare, nessuno è morto finchè non è morto veramente. I cattivi non sono così cattivi, i buoni in fondo sono molto simili a loro.
Il rapporto fra nonni e nipoti scavalca quello con i padri , generazione a cui il regista appartiene e che vuole forse caricare della responsabilità per come và il mondo. E' solo un attimo però, nell'opera di Kusturica, più fiaba che favola, tutto finisce bene e mentre le persone gli animali e le cose affollano la scena le morali e la metafora politica di Underground scompaiono per far posto al trionfo delle passioni umane.
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