Regia di Marcel Carné vedi scheda film
E' un film di un'intensità niene affatto scalfita dal tempo intercorrente tra la sua uscita (1953) e la mia visione (2024) seguendo il consiglio di un altro utente di questo splendido forum. Non posso negare di essere restato ammaliato da Simone Signoret: il suo sguardo con le sopracciglia un pò all'ingiù ed i suoi lineamenti splendidi da statua classica materializzano perfettamente il tormento di una donna infelice e bisognosa di amore e di relazioni vere.
Raf Vallone, atletico e prestante come non mai, mi ha ricordato Burt Lancaster ed impersona un personaggio leale ed onesto, libero e svincolato dalle convenzioni sociali, rispettoso degli altri pur nella consapevolezza di essere protagonista confesso, prima ,di un adulterio e, poi, di un omicidio forse preterintenzionale.
Una menzione speciale per me ricorrente: il doppiaggio italiano, con voci memorabili e classiche, è sempre un sussulto di emozione per me.
Il film fu premiato con un Leone d'Argento ed è un riconoscimento meritato.
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