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Il triangolo delle Bermude

Regia di René Cardona jr. vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il triangolo delle Bermude

di zombi
8 stelle

dio che colpo al cuore rivedere questo film... di colpo sono ripiombato alle estati di... uhm vediamo... quindici, no anzi vent'anni fa. in tivù lo davano spesso, ora è un pò scomparso dagli schermi. a distanza di tanto tempo, è ancora un bel film, lo stesso film che mi aveva così tanto inquietato e spinto a leggere un libro di un certo berlitz, credo, sul triangolo maledetto. il film è rozzo e maldestro, ma è sicuramente questa sua faccia casereccia che lo rende estemamente piacevole e che ripropone il sapore delle vecchie cose che tanto erano piaciute un tempo che fu. poi merda, per 5.30 l'euri cosa potevo fare?... lasciarlo nel cubo al supermercato?!... confonde perchè come nel riso freddo, c'è dentro di tutto un pò. entità extraterrestri, campi magnetici, bambole maledette o mostri marini. le cose strane accadono, anche se poi non accade mai chissà che, il film non annoia e con tempi dilatati manco fossimo in un film di tarkovsky(mi perdonino gli estimatori del regista scomparso), si arriva al finale che si sa tragico. non sfigura affatto nel 2005 questa co-produzione italomessicana, e non alla luce della rivalutazione della sagra della cicoria in umido. non sfigura perchè nella sua primitiva rozzezza è un signor prodotto che sa intrattenere. l'attacco dei piccioni verdi, la nebbia, le luci di navi che non esistono(o che esistono e hanno incrociato nel radar la black whale III), civiltà sprofondate in fondo al mare secoli addietro(pilastri di plastica e quelli di sotegno di qualche piattaforma petrolifera), la solita bambina stronza con la bambola ripescata in mare ad inizio film inquietante davvero. e poi vogliamo mettere gli attori? i loro visi e i loro corpi. a partire da un joh huston che si diverte un mondo a parlare lo spagnolo, passando per una deliziosa inquartatina marina vlady, una claudine auger con la voce della divina vittoria febbi, il manzo da balera andres garcia che stando alle note della sua filmografia ha avuto una vita degna del suo aspetto, il capitano hugo stiglietz che ha l'espressività dello stipite di una porta per finire al marinaio tony perennemente in calzoncini mini e aderenti... ahhh gli anni settanta.le sparizioni si sussegguono e in un disperato s.o.s. veniamo a sapere che la black whale III è sparita 12 anni prima... una ghost story in piena regola quindi? la nave sparisce nel nulla e ritroviamo la bamboletta diabolica galleggiare nel blu profondo fino a quando un'altra nave non la ripesca e non si ritrova catapultata in uno spazio temporale che non le appartiene. palma del migliore all'attore che interpreta peter martin il marito della auger... bello, bello, bello! belle e avvolgenti, tendenti in alcuni momenti al sacro le musiche del maestro stelvio cipriani.

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