Regia di Anthony Mann, Laurence Harvey vedi scheda film
L'ultimo film di Mann (che morì a Berlino durante le riprese) è un thriller di spionaggio nel clima della guerra fredda, attraversato da un senso di nevrosi e da una vena malinconica che ben si addicono alla storia e al personaggio principale. Resta comunque l'impressione di un film 'lacerato' e zoppicante, a cui manca la robustezza del Siegel di 'Telefon' ('77) e a cui non basta un'atmosfera cupa e livida per mantenere costante la tensione: in questo senso, l'inserimento di una love story impossibile tra Harvey e la Farrow sembra una forzata adesione alle convenzioni che mal si inserisce nella trama principale. In ogni caso, l'intrigo spionistico è ben congegnato, e invita ad una riflessione: se messo a confronto con un prodotto di genere assai simile, come la recente trilogia di Jason Bourne, il film manca certamente del ritmo sostenuto e dei colpi di scena che hanno determinato la fortuna di quei tre film (così come, dopotutto, si distanzia dalle funamboliche sequenze d'azione dei coevi film di 007), ma dà almeno la sensazione di un maggior 'realismo psicologico' e di una linearità che agevola la comprensione del racconto.
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