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Ultimo tango a Parigi

Regia di Bernardo Bertolucci vedi scheda film

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La recensione su Ultimo tango a Parigi

di maso
10 stelle

"Ultimo Tango a Parigi" è l'immagine di un uomo fatiscente che urla a squarciagola la sua disperazione ma la voce della città prodotta dalla metropolitana fa apparire il suo girido come strozzato in gola.

"Ultimo Tango a Parigi" ha nei suoi frames una ragazza giovane, bella, affascinante, innocente, curiosa, indossa stivali di pelle marrone, una pelliccia scamosciata, un cappello a tese larghe, cerca un appartamento, lo trova, in un attimo è già dentro ad annusare l'odore di chiuso per poi aprire una finestra nel silenzio più totale, nel buio color marrone della stanza mentre un sax rompe il silenzio la luce abbagliante di una costruzione in lontananza illumina l'oscurità, la presenza di uno sconosciuto e il suo mistero scaldano il sangue della ragazza: la paura diventa attrazione, l'attrazione eccitazione e l'eccitazione diventa sesso, tutto sembra durare un istante lunghissimo.

"Ulimo Tango a Parigi" è un appuntamento fra due anime disperse in una stanza vuota, per loro ci sono i loro corpi e nient'altro al di fuori di quei due corpi: neppure un nome, nessun accenno alla vita reale che li riporta a terra ogni qual volta scenderanno da quella zattera dove naufragare, fra le onde e gli spruzzi di un oceano di amplessi e sensazioni puramente fisiche.

"Ultimo Tango a Parigi" è una città per una volta non turistica in cui un attore interpreta un uomo che dalle parole della sua inserviente sembra aver fatto lo scaricatore di porto e il pugile come se volesse tracciare un surreale parallelo fra i ruoli precedenti nella carriera di quell'attore ed il suo ruolo attuale di uomo che ha un cazzo a mezzo servizio con una prostata

ingrossata in proporzione alla sua pancia, un uomo che ha appena perso sua moglie, lei ha scelto da sola di dire basta alla vita dopo esser stata per troppo tempo accantonata come un fiore appassito, la donna non ha potuto far altro che trovarsi un'altro lui per farsi annaffiare, e donargli una vestaglia identica a quella del suo predecessore al quale comunque non può permettere di troncare quel gambo se non per sua stessa volontà.

"Ultimo Tango a Parigi" è un omaggio alla nouvelle vague, con il suo cinema che racconta l'arte di fare cinema: l'attore simbolo di questa corrente Jean Pierre Leaud è il promesso sposo della ragazza curiosa che sta vivendo l'esperienza di un amore totalmente fisico ma corre ad abbracciare il suo ragazzo appassionata e confusa nella più grigia delle stazioni parigine, lui la inquadra come un'attrice, la musica di Barbieri eseguita con un coro d'archi accompagna un carrello all'indietro fittizio nel film ma reale nel vero, l'azione di Bertolucci e Leaud è coincidente, sovrapposta, le mani dell'attore sono la telecamera del suo regista, la magia della nouvelle vague è documentata in una forma mai vista fino ad allora.

"Ultimo Tango a Parigi" è un incursione anale, facilitata da un pò di burro: la ragazza si presta e l'uomo assapora come una volta il suo status di padrone ma quell'uomo si presta anche egli poco dopo alla tessa sevizia che la ragazza pratica con le sue mani perchè il dolore fisico affievolisce per qualche istante quello dell'anima segnata da piaghe incurabili.

"Ultimo Tango a Parigi" descrive per un attimo una puttana che ha perso l'unica dote che madre natura le ha concesso, la sensualità, mascherata da chili di trucco che non nascondono le piaghe della vita si aggira fra strade grige e palazzi morti:

un cliente la maltratta, l'uomo disperato lo rincorre e lo affronta come se volesse umiliare se stesso per non aver saputo coltivare fino all'ultimo quel fiore che gli era rimasto accanto così a lungo.

"Ultimo Tango a Parigi" non può escludere il momento della rivelazione, il disvelamento di quello che c'è fuori da quell'appartamento che ha visto la passione rinchiusa in una relazione confinata al solo rapporto fisico che si tramuta in un vuoto oceanico per Paul, quell'uomo che credeva di poterne fare a meno e disillusione abbagliante per Jeanne, quella ragazza che credeva fosse l'unica cosa: ora sotto quello stesso ponte dove la storia è cominciata la ragazza si rende conto che è inevitabilmente terminata, perchè il naufragio dell'anima può anche avvenire ma non può perdurare, soprattutto con un uomo che non ha più niente da dire se non che lavoro fa, da dove viene e come si chiama.

"Ultimo Tango a Parigi" concede solo il tempo per un ultimo tango, un'atmosfera di decadenza avvolge i due amanti fino ad uno sparo in una stanza, attraverso una rincorsa squarciata dal sax di Gato Barbieri.

Quest'opera è uno dei grandi film della storia del cinema, sia che piaccia o che non piaccia, perchè ha fatto indignare i bigotti fino al punto di volerlo condannare al rogo come una strega lussuriosa che con la sua magia nera ha messo in luce gli angoli più bui dell'universo femminile e i desideri proibiti di quello maschile e quando la verità inconfessabile viene svelata c'è sempre qualche codardo che non vuole accettarla.

Bertolucci lo propose alla Paramount che stava per produrlo, ma Aurelio Grimaldi si impossessò della sceneggiatura intuendo l'altissimo potenziale artistico di questo film e lo produsse con entusiasmo, senza nessuna restrizione per il suo ideatore, un Bertolucci geniale che ha saputo riprendere la finzione con una vena realistica che colpisce gli occhi ancora oggi nonostante siano passati diversi decenni.

Capolavoro irripetibile da niente e da nessuno.

La colonna sonora

La musica di Gato Barbieri in questo film è assolutamente strepitosa, un tutt'uno con le immagini.

Astor Piazzolla intitolerà un suo bellissimo brano "Jeanne y Paul" in onore dei due personaggi di questo film.

 

Cosa cambierei

Rinserirei quei sei secondi che Bertolucci dovette tagliare dal montaggio per colpa di quei beceri censori dei miei coglioni.

Per chi non lo sapesse descrivono il raggiungimento dell'orgasmo di Jeanne nella sequenza del primo rapporto sessuale.

Bernardo Bertolucci

Una regia così bella e artistica non è solo frutto di calcoli e ragionamenti, ma anche di ispirazione e genialità nata sul posto, al momento di andare in scena: le ombre, le luci, le inquadrature, la direzione degli attori sono l'espressione di un talento che porterà questo cineasta fenomenale a darci altri capolavori e altre grandi emozioni.

Marlon Brando

Marlon Brando in questo film è grandioso anche nel movimento di un mignolo, dei ruoli da lui interpretati è uno dei miei preferiti se non il mio preferito ma sarebbe un pò riduttivo nei confronti di quello che molti definiscono come il più grande attore di cinema mai esistito.

Maria Schneider

Fu completamente strumentalizzata da Bertolucci e Brando ma le va riconosciuto il grande coraggio di aver accettato un ruolo molto difficile che la farà passare alla storia del cinema.

Un grande applauso per Maria ed il suo spirito libero.

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