Regia di Nicholas Ray vedi scheda film
Nicholas Ray è stato uno dei maestri del Cinema americano anni Cinquanta, eppure trovo alcuni dei suoi film un po' sopravvalutati. Questo "Bigger than life", ad esempio, che racconta la storia di un professore che per curare una malattia assume dosi pesanti di cortisone e va fuori di testa. È un tipico melodramma anni Cinquanta con una tematica molto forte, ma che tende nella seconda parte ad andare sopra le righe; l'isteria del personaggio sembra contagiare anche la scrittura e la regia. Rispetto ai coevi melo di Douglas Sirk, Ray ritrova la bellezza formale di una fotografia dove gli accostamenti cromatici sono sempre molto studiati e mai casuali, ma perde in buona parte la sua intensità e la capacità di giocare sulle sfumature per produrre emozione nello spettatore, optando per soluzioni visive e linguistiche più plateali. James Mason era un attore di classe e lo dimostra anche qui, ma in certi momenti la sua interpretazione sembra troppo debitrice di quella straordinaria di Norman Maine in "È nata una stella" di Cukor, film rispetto a cui "Bigger than life" resta decisamente inferiore. Sempre interessante come curiosità e per un certo coraggio del regista nel tentare strade inedite e per la forte carica di critica sociale di cui è imbevuto.
Voto 7/10
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